Arabia Saudita, i gran manovratori nell’ombra

Creato il 23 luglio 2012 da Oblioilblog @oblioilblog

C’è un deus ex machina oscuro dietro la Primavera Araba che è arrivata fino alla Siria: l’Arabia Saudita. È una dittatura, anzi un vero Stato-azienda personale; basti pensare che prende il nome da chi lo governa, ovvero la dinastia Saud.

Non credono nelle democrazia e non hanno concesso nessuna apertura su questo fronte. Negli ultimi anni, senza colpo ferire ma a suon di dollari, hanno aumentato esponenzialmente la loro influenza nel Medio-Oriente e nel mondo Islamico in generale.

Hanno una posizione centrale sia nella Lega Araba sia nell’Organizzazione della Conferenza Islamica creata da loro nel 1970. Hanno il controllo assoluto della penisola arabica grazie al Consiglio di Cooperazione del Golfo che ha sgominato la rivolta sciita in Bahrein e ha risolto la guerra civile in Yemen. 

L’influenza diplomatica è dovuta a una potentissima lobby a Washington, seconda solo a quella israeliana, e a una rete di finanziamenti alle milizie e ai movimenti salafiti che si ispirano alla concezione iper-tradizionalista dell’Islam Wahabita praticato dai Saud. La collaborazione con gli USA fornisce armi avveniristiche e anche il legame con il Regno Unito, l’antico protettore, è solido.

L’Arabia Saudita naviga su un mare di petrolio e questo le ha dato la forza economica per finanziare i ribelli tunisini, libici, egiziani e siriani. I principali e storici nemici come Saddam Hussein e Al Qaeda sono stati progressivamente sconfitti o ridimensionati.

A Damasco si gioca una partita chiave: la caduta di Assad spezzerebbe l’arco sciita che si estende dall’Iran degli Ayatollah al Libano degli Hezbollah passando per l’Iraq e la Siria. Rotto questo, l’egemonia della monarchia che non combatte e non fa rumore sul mondo arabo sarebbe completa.

Fonte: La Stampa


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