Due album ottimi, “Funeral” e “Neon Bible” degli Arcade Fire. Li riascolto sempre con piacere ma non rientrano tra i miei cult personali assoluti. Perché? Boh. Circostanze, questione di magia che non scatta… chissà. Certe volte ci vuole solo la canzone giusta, quella che ti fa superare ogni barriera ed entrare dentro il paese delle meraviglie di un gruppo: con i Radiohead mi è successo ad esempio con “Paranoid Android”, con i Blur è stata “Beetlebum”, con gli Smashing Pumpkins “1979”, per i Nirvana paradossalmente è capitato con “The Man Who Sold the World”, che pure è di Bowie.
(figata di immagine "rubata" dal sito di birdantony)
A differenza dei due precedenti, con questo nuovo “The Suburbs” la magia è scattata subito e il cancello sbarrato degli Arcade Fire mi si è aperto di fronte grazie al primo omonimo pezzo che sembra scaturito direttamente dai miei sogni, con quella sua andatura perfetta da colonna sonora di film, un qualsiasi ottimo film ambientato nei suburbi di una cittadina americana. Difficile da spiegare altrimenti. È solo questione di magia.
In un flusso continuo di suoni si finisce direttamente a “Ready to start” e penso che forse sono veramente pronto, per amare questo gruppo incondizionatamente.
“Modern Man” parte pulsante come una radio hit anni ’80 alla “Jessie’s Girl” e questo, anche se può non sembrare, è un complimento non da poco. Da favola il crescendo. L’incantesimo fa sempre più effetto.
“Rococo” affascina sempre più con gli ascolti, “Empty Room” viaggia spedita sotto una pioggia di violini, “City with no children” lascia trapelare tutto il loro amore per il pop (quello meno zuccheroso), “Half light I” come dice il titolo dà quella sensazione di mezza luce, tra il giorno e la notte, tra il coma e il risveglio: un’autentica meraviglia. La bellezza sta nei dettagli. E i dettagli di questo album sono magnifici.“Month of May” è uno splash nel rock’n’roll immediato, molto nervoso e adolescenziale, mentre la parte finale del disco scivola verso la dimensione dei sogni, più una “Sprawl II” che lambisce addirittura territori electro-pop.
Il disco parla dell’infanzia degli Arcade nelle casette di Houston, Texas (prima di trasferirsi in Canada) e quel mood in effetti si sente. Ma parla anche dell’infanzia di tutti noi, nei nostri quartieri italioti poi nemmeno tanti distanti da quelli americani. Grande album, che ci riporta tutti bambini again nei suburbi.(voto 9)
Gli Arcade Fire saranno live il 5 agosto al Madison Square Garden di New York City, in streaming su YouTube con riprese realizzate dal regista de L’esercito delle 12 scimmie e Parnassus Terry Gilliam!
Magazine Cultura
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