Pochi giorni fa ho scoperto che una mia collega di lavoro è una frequentatrice abituale degli astrologi. Non parlo solo degli oroscopi approssimativi pubblicati più o meno su tutti i quotidiani, sulle riviste e sui siti generalisti. No, lei, donna prossima alla cinquantina e con una formazione rigidamente giuridico-economica, una volta al mese visita un tizio che gli fa una previsione astrologica personalizzata. Ovviamente a pagamento.
Ora, so che qualcuno di voi obietterà che l'astrologia è una (pseudo)scienza vecchia di millenni, tanto che babilonesi, cinesi e maya la studiavano quando qui in Europa i nostri lontanissimi antenati erano poco più evoluti degli scimmioni. Diavolo, ci sono parecchie centinaia di migliaia di persone che ancora oggi, nel 2011, credono che gli astrologi maya siano riusciti a scoprire la data della fine del mondo solo osservando gli astri!
Che poi, per dirla tutta, perfino i popoli più primitivi avevano già un sacro timore delle stelle, “interpretate” nelle prime pratiche divinatorie create dall'uomo.
Ciò nonostante a me l'astrologia non ha mai suscitato alcun interesse. Zero al quoto, nulla di nulla. Non ho mai creduto nemmeno ai caratteri distintivi dei vari segni, che invece sono tenuti in considerazione anche dagli scettici.
In compenso sono incuriosito da altre pratiche divinatorie – ma mettete agli atti che questa definizione non mi piace granché. Da un paio d'anni o poco più sto studiando la storia e la lettura dei tarocchi. Argomento interessante, anche a un mero livello culturale/filosofico, se proprio non vi interessano i retroscena più esoterici della faccenda.
Certo, aggiungiamo anche che le mille rivisitazioni moderne dei mazzi degli arcani creano una sorta di corsa al collezionismo che rischia di essere piuttosto dispendiosa. Io mi sono accontentato di comprare due set, ossia quello ispirato alla narrativa di H.P.Lovecraft, (foto di inizio post) e quello che omaggia la pittura di Hieronymus Bosch. Entrambi edizioni Lo Scarabeo, che ha un catalogo ricchissimo, tipo paese dei balocchi.
Non nego che ogni tanto provo a fare qualche lettura semplice – poche carte, nessuna domanda esistenziale. Il risultato si offre sempre a mille interpretazioni; non a caso gli studiosi seri di tarocchi ne parlano più come di un esercizio psicologico di introspezione che non di altro. Intesi in questo senso devo dire che sono esperimenti affascinanti.
Da pochi giorni ho anche acquistato un pendolino da radiestesia. Si è trattato di una mera casualità: mi è capitato sotto gli occhi durante la ricerca di un regalo per un amico, e l'ho trovato tanto affascinante da investire ben 10 euro per comprarlo. Ora, l'utilizzo del pendolino è contemplato appunto nella radiestesia, pratica divinatoria che – cito – “consiste nel tentare di localizzare oggetti nascosti o altre informazioni sconosciute servendosi di uno strumento inerte, solitamente una verga, una bacchetta biforcuta o un pendolo.”
Anche se si tratta di una disciplina vecchia quanto l'astrologia, non è mai stata dimostrata alcuna prova scientifica del suo effettivo funzionamento. Anche quelle che sembravano avere dei riscontri oggettivi si sono anch'esse rivelate come irrelevanti o fasulle.
Però il pendolino, in quarzo nero fumé, è bello, e non mi sono pentito di averlo acquistato.
E voi? Mai provato qualche pratica bizzarra (e non fraintendete)? Tarocchi, oroscopi personalizzati, I Ching, numerologia, oniromanzia, meditazione trascendentale?
Qualcosa già so, e mi riferisco ai blogger che seguo da più tempo, ma non ho mai approfondito l'argomento. Finora...