"Intervenire in base al protocollo siglato nel 2011 per la valorizzazione del complesso scultoreo e del sito archeologico di Mont'e Prama, difendere il ruolo delle Università sarde, chiedere che il Ministero revochi, almeno per ragioni di opportunità, la procedura negoziata che ha assegnato ad un'impresa emiliana il recupero, l'indagine scientifica e la valorizzazione dell'area archeologica", sono le richieste dell'interpellanza presentata da Ugo Cappellacci (Fi), ex presidente della Regione, e dall'intero gruppo azzurro.
"Come indica l'intesa siglata tre anni fa, si prevede la valorizzazione del sito archeologico e la fruibilità per il pubblico, per narrare ai visitatori anche la cronaca dei ritrovamenti. Ora il Ministero - spiega Cappellacci - non può comportarsi come un concitato buttafuori, imponendo silenzi, cacciando gli archeologi sardi e assegnando tutto ad una ditta emiliana, attraverso una procedura negoziata senza la pubblicazione di un bando. A chi, come il sottosegretario Barracciu, ci accusa di non conoscere il codice degli appalti rispondiamo che proprio quel codice prevede altri procedimenti.
Ci spieghino allora perché di fronte ad una situazione che avrebbe meritato il massimo livello di pubblicità e di trasparenza hanno, invece, scelto proprio un iter che non prevede la pubblicazione di un bando e che limita la partecipazione, individuando a priori gli operatori economici invitati alla gara. Piuttosto che la pretesa che non vengano sollevati dubbi o addirittura di imporre dall'alto il silenzio, attendiamo risposte sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo". Fonte: ANSA.Nell'immagine: ceramiche rinvenute a Monte Prama
Personalmente ritengo che i lavori siano da affidare a chi offre garanzie di qualità e trasparenza, siano sardi o emiliani piuttosto che vietnamiti o canadesi. Le università di tutto il mondo mandano gli esperti in ogni dove, e non capisco perché in questo caso ci debbano essere dei vincoli che vietino agli emiliani di lavorare a Monte Prama. Se la ditta incaricata di eseguire i lavori ha le competenze e gli strumenti per svolgere a regola d'arte l'incarico, e l'affidamento dell'appalto avviene seguendo le regole d'ingaggio, nulla osta che i ricercatori giungano da lontano. Mi pare di leggere nella richiesta di Cappellacci la consueta strumentalizzazione per portare acqua al proprio mulino. Detto ciò...auguro buon lavoro a chi si sporcherà le mani.