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Archeologia della Sardegna. Iscrizione tardo punica su mano votiva

Creato il 23 novembre 2013 da Pierluigimontalbano
Iscrizione tardo punica su mano votiva
di Roberto Casti

Archeologia della Sardegna. Iscrizione tardo punica su mano votiva
Oggi presentiamo un’iscrizione inedita a caratteri tardo-punici incisi prima della cottura sul dorso di una mano votiva, sinistra e frammentaria, in corrispondenza dell’attaccatura del polso. Recupero subacqueo del 1994 dal Porto di Cagliari. III-II a.C. Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Bibliog.: Donatella Salvi, Attraccare sul passato: il giacimento archeologico del Porto di Cagliari, in A. Benini & M. Giacobelli (a cura di), Atti del II Convegno Nazionale di Archeologia Subacquea (Castiglioncello, 7-9 settembre 2001). Edipuglia, Bari 2003, pp. 61-75 spec. p.69 fig. 15; Idem, Mercanti e imperatori: bolli, marchi e monete provenienti da scavi subacquei in Ricerche e confronti 2010; Atti. Archeo Arte. Rivista Elettronica di Archeologia e Arte, supplemento 2012 al n. 1 p.243 e fig. 4; M. Minoja - Consuelo Cossu - Michela Migaleddu, Parole di Segni L’alba della Scrittura in Sardegna; Collana Sardegna Archeologica Guide e Itinerari n. 47 p. 54 cat. n. 24.
Premesso che la lettura risulta incerta a causa di una scrostatura superficiale che ha abraso parte dei solchi della terza e della quarta lettera e che sono ormai trascorsi quasi venti anni dal suo ritrovamento, propongo la seguente trascrizione delle cinque lettere incise: ‘HWT’
Proposta interpretativa: vivi - vita - (che possa vivere) dalla radice ḤWY ‘vivere’ attestato finora come sostantivo nelle varianti ḤYM e ḤYT; si vedano in proposito anche le due iscrizioni identiche dipinte su due anfore dalla necropoli punica di Tuvixeddu Cagliari dove il sostantivo risulterebbe attestato anche nella forma ḤWT. ( cfr. M. G. Amadasi Guzzo IFPCO 1967 Sard. 35, Tav. XLIII pp. 115-116. Idem, IFPI n. 4 1990 p. 74 ; G. Garbini AION 42 1982 pp. 463-466; S. Ribichini, RStFen 23 1995 pp. 19-20 1995).
Annotazioni: la prima lettera è senza alcun dubbio ayin con vertice superiore apicato. Il secondo segno grafico, per quanto inciso con una forma anomala e straordinariamente speculare rispetto alla sua normale rappresentazione nella scrittura neopunica, non può essere altro che una ‘He’ (unica attestazione della lettera in questa forma particolare che dimostra ancora una volta come la scrittura neopunica assuma in Sardegna forme specifiche e del tutto nuove rispetto al resto del mediterraneo, v. iscrizione di Bithia). La terza lettera, sbrecciata superiormente, é quasi certamente waw. Un' altra sbrecciatura superficiale ha cancellato l’asta inferiore della quarta lettera di cui s’intravedono i solchi residui di una probabile lettera Tau . L’ultima lettera, sebbene in parte abrasa dalla stessa sbrecciatura che ha obliterato buona parte della lettera precedente, è senza alcun dubbio aleph. Va infine sottolineato come la vocalizzazione presente in questa iscrizione rifletta con tutta probabilità influssi del linguaggio parlato locale.

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