Magazine Cultura

ARCHEOLOGIA: Il culto della Dea Madre II parte

Creato il 05 agosto 2011 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp


ARCHEOLOGIA: Il culto della Dea Madre II parteDa Dea a strega.La grande Dea fu la protagonista indiscussa del mondospirituale dell’umanità per molti millenni, fino a quando il maschio si reseconto del suo ruolo fondamentale per la riproduzione.La nascita di una nuova vita cessò di essere un miracolo perdivenire un fatto umano, con tutte le sue conseguenze.L’uomo, che per millenni aveva invidiato alla donna il suo poteredi dare la vita, iniziò ad esaltare il suo ruolo che in breve tempo divennequello principale; la donna da essere semidivino fu ridotta allo stato dimoglie e madre.Secondo alcuni studiosi proprio a causa di questocambiamento nacque il concetto di proprietà. Nell’età dell’oro che abbiamoidentificato col neolitico, la donna partoriva miracolosamente e il nuovo natoera patrimonio dell’intera comunità, invece quando l’uomo si rese conto diessere protagonista della gravidanza iniziò a custodirla e a premunirsi di nonessere costretto ad avere cura del figlio di un altro.Anche la compagna venne sentita come una proprietà daproteggere dagli altri uomini, quindi era necessario avere una dimora adatta atale scopo ed un territorio proprio sul quale costruirla, era nata la proprietàprivata.La Dea perse gradualmente i suoi poteri, da padrona dellavita e della morte divenne simbolo delle virtù domestiche, l’esempio più noto èquello di Era, moglie di Zeus, protettrice dei matrimoni e dei parti, semprepronta a perdonare le scappatelle dell’arzillo padre degli Dei.L’elemento femminile mantenne eccezionalmente anche altrecaratteristiche, come quella di essere invocato durante le guerre o chiamato aproteggere città e tiranni (come nel caso di Uni, Dea etrusca strutturata sullamatrice di Era), ma il suo ruolo principale restava relegato in ambitodomestico.L’ultima grande Dea Madre fu Iside, figlia di Nut, Dea dell’aria, e di Geb, Dio della terra, nella religione egizia essa sommava in se tutte lacaratteristiche del principio femminile tipiche del neolitico.Iside era padrona della vita, era capace non solo digenerarla come madre, ma riusciva a compiere veri e propri atti di resurrezione,come nel caso del suo sposo-fratello Osiride, da lei ricomposto e fattorisorgere. Osiride fu fatto a pezzi dal fratello Seth che rappresentaval’archetipo del male, Iside lo ricompose recuperandone tutti i pezzi tranne ilfallo e lo portò nuovamente in vita.Nonostante la mancanza dell’organo riproduttivo maschile laDea riuscì miracolosamente a concepire Horus destinato all’eterna battagliacontro il male rappresentato da Seth.Proprio in questo “miracoloso” concepimento Iside sidimostra padrona della vita, come la sua antenata neolitica, essa era in gradodi generare una nuova esistenza indipendentemente dal principio maschile.La Dea egizia era anche signora della morte, era madredolcissima e protettiva (con caratteristiche molto simili alla Vergine Maria),ma anche capace di estrema ferocia, e come gia accennato in un precedente post,era più potente dello stesso Atum-Ra, perché conoscendo il suo nome segreto aveva ilpotere di ucciderlo.Come detto in precedenza fu la  Grecia classica a codificare l’archetipo dellaDea domestica, in tutta la sua mitologia vengono narrati episodi emblematicidella lotta senza quartiere del “maschile” nei confronti del “femminile”.L’esempio più chiaro è il mito della guerra contro le Amazzoni,intollerabili donne guerriere e libere capaci di combattere come e meglio degliuomini, per averne ragione si dovettero scomodare eroi del calibro di Heracle,Teseo ed Achille.Con i greci si passò dalla Dea madre guaritrice,consolatrice e miracolosa generatrice di vita, che dagli egizi vennerappresentata con Iside, a figure come Circe, la Medusa e Medea (quest’ultima saràoggetto di una trattazione particolareggiata) che esaltavano unicamente gliaspetti terribili del potere femminile.L’unica virtù alla portata delle donne divenne quella diessere buone mogli e madri, quelle che non accettarono questi principi vennerorelegate ai margini della società e in molti casi perseguitate per le loroscelte.Le sacerdotesse dei culti della Grande Dea non trovarono piùspazio in un mondo ormai dominato dai maschi e dal concetto di proprietà chenon tollerava donne libere che non dipendessero totalmente da un uomo.Lentamente ma inesorabilmente la sacerdotessa si trasformòin strega.


Fabrizio e Giovanna
Precedenti post che trattano l'argomento:
http://ilmulinodeltempo.blogspot.com/2011/08/archeologia-sarda-il-culto-della-dea.html
http://ilmulinodeltempo.blogspot.com/2011/07/archeologia-sarda-il-culto-dei-morti.html

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine