Archeologia in Sardegna. Pozzo sacro di Milis, a Golfo Aranci, abbandonato a sé stesso?
Creato il 18 maggio 2015 da Pierluigimontalbano
Archeologia in Sardegna. Pozzo sacro di Milis, a Golfo Aranci, abbandonato a sé stesso?
L’edificio si trova a monte di Golfo Aranci e per raggiungerlo bisogna uscire da Olbia e prendere la litoranea di Pittulongu (strada provinciale 82). Giunti alla stazione di Golfo Aranci, si prosegue a piedi lungo la linea ferroviaria per circa 300metri fino a trovare il pozzo, dietro un muretto di cemento.
Il pozzo fu parzialmente demolito nell'Ottocento, per costruire la stazione. Si conservano la scala di 40 gradini e la grande camera del pozzo. È costruito con filari regolari di conci di scisto, calcare e granito, accuratamente lavorati. C’è da osservare che la scala oggi è chiusa da un muro di recente costruzione. La pregevole copertura a gradoni del vano, disegna una sorta di scala rovesciata e immette nella camera del pozzo, alta quasi 10 metri, ma in origine doveva superare gli 11. L’edificio sacro mostra continuità di utilizzo dal XIII a.C. al Ferro, così è riportato nel 1937 da chi lo scavò: Doro Levi.Lo stato di abbandono in cui versa questo pozzo sacro dovrebbe mettere in imbarazzo la soprintendenza di zona e, soprattutto, l’amministrazione comunale di Olbia, insensibile al fascino e all’importanza di questo incantevole sito nuragico. Forse è proprio l’essere nuragico che costituisce un impedimento, infatti pare che buona parte dell’archeologia sarda, da un pezzo, si occupi solo marginalmente di questa antica civiltà dei nuraghi, affascinata quasi esclusivamente dai fenici e dai punici, come se questi ultimi non fossero sardi a tutti gli effetti. Beata superficialità.Ecco il racconto di un’amica che qualche settimana fa l’ha visitato:Dopo aver girovagato a lungo, non trovando indicazioni, abbiamo chiesto informazioni a persone del posto che ci hanno gentilmente accompagnato per un tratto, dicendoci che quando i turisti chiedono dove si trova il pozzo, fanno finta di non saperne niente perché si vergognano dello stato di abbandono. “Rimarrete delusi" ,hanno detto, "se non ci fosse qualche volenteroso cittadino ad occuparsi saltuariamente della sua pulizia sarebbe un immondezzaio. Il comune si disinteressa, e noi stessi ci siamo occupati recentemente della sua pulizia perché sono arrivati amici da fuori e volevamo mostrarlo in ordine". Dopo una lunga camminata, eccoci di fronte al monumento, un vero gioiello, incastonato tra muretti di cemento, una vecchia linea ferroviaria in disuso, edifici di una colonia fatiscente, il tutto contornato di erba alta e rifiuti sparsi sia all'interno sia all'esterno del pozzo. In cima c'era una botola di ferro con una pompa per tirare l'acqua. Alla vista di tanta bellezza, offuscata da tanto degrado, sentimenti contrastanti mi hanno pervaso; come poteva un pozzo, sacro ai nuragici, essere trattato in tal modo?Al fianco dell'edificio sacro c'è una struttura diroccata in cemento armato, e una ex colonia abbandonata. Sopra la camera del pozzo c'è un'autoclave per pompare acqua, ma non si capisce se l'area è di privati, del comune di Olbia o della soprintendenza. All’amministrazione locale, e agli archeologi locali, il dovere di una risposta.
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