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Archeologia. L'Isis e lo scempio delle antiche città assire. Ninive, Nimrud, Hatra: non si ferma l'ondata di devastazione delle milizie del Califfato nei siti archeologici iracheni

Creato il 06 novembre 2015 da Pierluigimontalbano
L'Isis e lo scempio delle antiche città assire. Ninive, Nimrud, Hatra: non si ferma l'ondata di devastazione delle milizie del Califfato nei siti archeologici iracheni


Archeologia. L'Isis e lo scempio delle antiche città assire. Ninive, Nimrud, Hatra: non si ferma l'ondata di devastazione delle milizie del Califfato nei siti archeologici iracheni

I curatori museali iracheni stanno cercando di far fronte alla furia devastatrice dell'Isis che sta ormai da giorni prendendo di mira il patrimonio artistico e archeologico del paese. Dopo i libri bruciati nella biblioteca pubblica di Mosul (l'antica Ninive sulla sponda orientale del Tigri) e le statue prese a picconate nel museo della città, i bulldozer hanno raso al suolo la città assira di Nimrud fondata nel tredicesimo secolo prima di Cristo. Gli ultimi bersagli secondo fonti locali sono Hatra e Dur Sharrukin, sito assiro fondato nel 717 a.C.. Dur Sarrukin, l'odierna Khorsabad, si trova circa 20 chilometri a nord di Mosul.  Un funzionario della sovrintendenza ai beni culturali della provincia di Ninive, Jumaa Abdullah, ha riferito alla Deutsche Press che gli jihadisti avrebbero rubato gran
parte delle antichità trasportabili dal sito archeologico facendo saltare in aria quel resta delle rovine. La città, famosa per i suoi rilievi in pietra, fu fondata dal re assiro Sargon II e fu la capitale del nuovo impero assiro. Sabato scorso i militanti islamici si sono accaniti contro i resti dell'antica città di Hatra, a circa cento chilometri a Sud di Mosul, fondata dalla dinastia seleucide nel III secolo a.C. e patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, che ha prontamente dichiarato crimine di guerra l'azione.Maggiori particolari emergono sulla situazione di Nimrud, una delle quattro capitali dell'impero assiro che sorgeva lungo la sponda orientale del fiume Tigri a sud della moderna città di Mosul. "Nimrud è il nome moderno", dice Nicholas Postgate, professore di Assiriologia presso l'Università di Cambridge. "Il nome antico era Kalhu. E' menzionata nella Bibbia con il nome di Calah."  Una città già importante nel  1400 a.C., ma all'inizio del IX secolo a.C.  il re Assurnasirpal II la rendeva sua nuova capitale amministrativa, costruendo mura,  una torre a gradoni (la cosiddetta ziggurat)  nuovi templi , e un grande palazzo dalle decorazioni elaborate. Sono proprio quelle decorazioni reali che destano allarme e preoccupazione. Sono costituite da grandi pannelli di pietra a rilievi finemente intagliati  e pannelli che mostrano campagne militari, popoli conquistati, cerimonie rituali , e molte figure mitologiche alate, tori e leoni, a fiancheggiare le porte di accesso. Le stesse figure e rappresentazioni  che i militanti islamici hanno distrutto nell'antico sito assiro di Ninive. "L'attacco a Nimrud è estremamente grave e significativo", ha detto John Curtis, presidente del British Institute per gli studi sull'Iraq. "Questo era il sito assiro meglio conservato." Il sito di Nimrud fu scavato tra il 1845 e il 1851 da Austen Henry Layard , uno storico e politico inglese che ha riportato alla luce molte delle sculture dei tempi di Assurnasirpal II. Un certo numero di queste opere d'arte sono state trasferite al British Museum, dove sono ancora oggi in mostra, ma la maggior parte dei rilievi sono stati lasciati in situ e potrebbero essere andati perduti  nel recente attacco.  Tra il 1949 e il 1957 ha lavorato agli scavi di Nimrud anche Max Mallowan, l'archeologo noto per essere stato il secondo marito di Agatha Christie. Nel corso degli anni la zona è stata scavata da  spedizioni italiane e polacche per tornare in mano agli studiosi iracheni negli anni '80. E sono proprio gli iracheni ad aver fatto le scoperte di manufatti più sensazionali:  "hanno trovato reperti spettacolari nelle tombe intatte delle regine d'Assiria ", dice Postgate. "Tombe ricche di monili d'oro e d'avorio intagliato." Fortunatamente il tesoro delle tombe è stato portato a Baghdad dove è conservato nei caveau centrali dello Stato. Gli iracheni, inoltre, dagli anni Ottanta hanno continuato a ripulire le stanze del palazzo principale, portando alla luce nuovi rilievi. Per proteggere quello che era stato scoperto nel tempo, hanno costruito coperture sopra parte degli edifici. La natura e l'entità dei danni inflitti dai militanti dell'Isis è tutt'altro che chiara. "I militanti potrebbero aver coperto nuovamente di terra le mura del palazzo", spiega Postgate. "Oppure potrebbero aver diretto i bulldozer  direttamente contro le pareti, in tal caso, i rilievi sono persi per sempre". Cancellati.  "Sono fatti  di un gesso minerale chiamato anche marmo di  Mosul", afferma John Curtis. "Una materia molto fragile. Al minimo colpo va in frantumi". I report  che circolano sulle azioni vandaliche parlano di sculture e bassorilievi caricati su camion e portati via,  forse con l'idea (sbagliata) che possano essere venduti sul mercato nero internazionale. "Non sarebbe né utile né facile",  commenta Postgate. "Questi rilievi sono molto grandi. Un segmento di una scena è di scarso interesse e poco attraente per i mercanti. Non ci sono pezzi piccoli da rubare."  Naturalmente questo scellerato assalto ai siti archeologici non ha termini di paragone con la crisi umanitaria in corso nella regione, ma Nimrud era una risorsa turistica inestimabile per il paese, e un giorno, quando la pace ritornerà finalmente in Iraq,  potrebbe non esserci più nulla da visitare né lunghi, antichi corridoi da percorrere. Nell'interpretazione estremistica dell'Islam adottata dall'Isis, le statue, gli idoli e i santuari sono oggetti di culto offensivi verso Allah  e per questo vanno distrutti. Pare però assodato che i manufatti che non vengono distrutti in loco siano contrabbandati per finanziare la jihad mirata alla realizzazione del Califfato, secondo i piani di Abu Bakr al-Baghdadi. Per questo alcuni funzionari del ministero del Turismo iracheno ritengono che solo l'intervento mirato di esercito e aviazione può tentare di fermare l'azione jihadista contro il patrimonio artistico.
Fonte  http://www.nationalgeographic.it

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