Archeologia sarda: visita alla necropoli di montessu - villaperuccio

Creato il 29 giugno 2011 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp


Montessu si trova a 2 Km da Villaperuccio e si raggiunge percorrendo la ss 293 fino al Km 60, dove si prenderà la strada provinciale che attraversa il paese. Dal paese prendere la strada per Narcao, attraversare il ponte sul Riu Mannu e, dopo 1,5 Km, svoltare a sinistra in corrispondenza del cartello che indica la necropoli che sarà raggiungibile dopo 1 Km circa.
La Necropoli rupestre ha un’estensione che supera un chilometro ed è forse la più grande della Sardegna. In essa sono presenti una quarantina di domus de janas scavate su una piattaforma in trachite che testimoniano diverse tipologie planimetriche.
La tipologia più diffusa è quella pluricellulare dove la camera maggiore è circondata da più nicchie sopraelevate mentre le altre camere sono precedute da vestiboli curvilinei o rettangolari.


Le sepolture più semplici presentano una camera circolare di 1 m. di diametro e una bassa volta curvilinea.


Altre sepolture sono caratterizzate da ambienti quadrangolari con profondi vestiboli, in parte ricavati nella roccia e in parte delimitati da strutture ortostatiche, un'anticella e due camere.

Destano l’attenzione, per diversità e monumentalità, due tombe situate alle estremità del bancone roccioso. Presentano un ampio padiglione che immette attraverso tre aperture nella stanza di fondo dove sono scavati dei banconi che delimitano aree diverse. Nel  pavimento e nel soffitto del padiglione d'ingresso sono presenti dei fori che probabilmente servivano per  bloccare i portelli di chiusura con dei pali lignei.


Particolare del foro nell'ingresso


Ancora più esternamente si trovano altre due domus, meno imponenti delle prime, ma molto significative sotto il profilo della simbologia religiosa neolitica:
- la "tomba delle spirali", costituita da un vestibolo, un'anticella e una cella. La sepoltura presenta una ricca decorazione interna, nell'anticella sono raffigurati i denti di lupo rifasciati di ocra rossa, nella parete d'ingresso della cella compare una protome taurina scolpita; sono inoltre presenti le spirali che simboleggiano gli occhi o i seni della dea-madre, i festoni, dei motivi curvilinei a candelabro e la falsa porta che indica il passaggio all'aldilà.-  la "tomba delle corna", a proiezione verticale con pozzetto d'accesso, nella volta e nel gradino ai piedi dell'ingresso della domus sono scolpite le corna di diversa forma che alludono al culto del dio-toro.
La particolarità di questa necropoli consiste proprio nella sistemazione delle due coppie di tombe agli estremi del semicerchio naturale, infatti, racchiudendo le restanti sepolture, sembra che ricoprano il ruolo di veri e propri santuari a protezione del sonno dei defunti.

Spirali


Denti di lupo


Le necropoli neolitiche riproducevano la pianta dei villaggi dei vivi, in molte domus venivano rappresentati gli oggetti di uso quotidiano per confortare il defunto nell’aldilà. Per le popolazioni dell’epoca il confine tra la vita e la morte era permeabile, non creava un distacco netto dalla vita, per questo motivo le case dei defunti dovevano essere sorvegliate e approvvigionate di cibi e bevande che servivano a nutrire le anime dei trapassati. I vivi, quindi, si dovevano prendere cura dei morti che in cambio davano loro vaticini e consigli.
Fabrizio e Giovanna

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