Ha ottanta fornaci, si estende su un’area di 1.250 metri quadrati, nella valle del Cottone, ha una lunghezza di 80 metri ed è l’industria di produzione di terrecotte e ceramiche più grande del mondo antico mai ritrovata quella che il team dell’Istituto archeologico germanico di Roma e dell’Università’ di Bonn, guidato dal professor Martin Bentz, ha studiato nelle ultime cinque settimane attraverso scavi svolti all’interno del parco archeologico di Selinunte. L’importante notizia archeologica è stata resa nota in occasione dell’ultimo giorno di scavi che in estate si ripetono ormai puntualmente dal 2010 e che grazie a finanziamenti dell’Istituto germanico di Roma potranno andare avanti per altri due anni. Gli archeologi, che quest’anno hanno utilizzato anche il georadar per le loro indagini, hanno scavato tre sezioni dell’area che hanno permesso di ricostruire il quartiere industriale dell’antica colonia greca. Il materiale riportato alla luce negli ultimi anni è stato datato al V a.C. Verosimilmente la fornace più grande serviva per la produzione di tegole in terracotta e le altre più piccole per realizzare vasi, statue e altro materiale. Già lo scorso anno
era stata scoperta un’area ben conservata, pavimentata con tegole in terracotta e dotata di un pozzo profondo e con anelli, sempre in terracotta, dal quale veniva prelevata l’acqua per lavorare l’argilla. Durante gli ultimi scavi del 2013 era stata trovata anche una zona più arcaica del quartiere, con ceramiche e terrecotte figurative prodotte in loco.
La città di Selinunte sorge su un promontorio, poco distante dal mare, tra Marsala e Agrigento. Abitata dai Sicani, ospitò genti fenicie che s’integrarono rapidamente, e poi fu colonia greca a partire dalla metà del VI a.C.
Il parco archeologico è oggi il più ampio e imponente d’Europa estendendosi per 1740 km quadrati e comprendendo numerosi templi, santuari e altari.Proprio presso la costa, lievemente spostata verso ovest, vi è l’acropoli, sulla quale sorgono 4 templi. Una collina situata a est della cittadina, più internata rispetto all’acropoli, s’innalzano altri 3 templi. Nella civiltà greca il centro di tutta l’architettura era il tempio, dimora della divinità, del sacro e dell’eterno. Nell’architettura templare greca, le singole parti dovevano contribuire in maniera organica a dare al tutto il senso di ordine, perfezione e immutabilità. Il tempio, sempre rivolto verso oriente, possedeva nella sua parte più interna una cella detta naos, sede della statua del dio, dove avevano accesso solo i sacerdoti; dal prolungamento delle pareti del naos si creava un atrio, che precedeva la cella ed era chiuso nella sua parte anteriore da colonne (pronaos); naos e pronaos erano circondati da colonne che sorreggevano la parte superiore del tempio, infine il tutto poggiava su un basamento detto stilobate.Tutti i templi di Selinunte sono costruiti secondo i canoni dell’ordine dorico, lo stile architettonico greco più antico, le cui caratteristiche principali sono la semplicità e l’essenzialità, che forniscono il senso dell’ordine e dell’immortalità divina, contrapposte alla fugacità e al caos del mondo sensibile.Immagine di http://post.uniurb.it/Carta parco di http://www.webalice.it/