Un’importante scoperta archeologica rinvenuta sott’acqua è stata annunciata in Grecia, nella baia di Kiladha, penisola del Peloponneso. Rimasti lì per millenni i resti di un antico villaggio greco del 3° millennio a.C. sono stati trovati dai sommozzatori appena sotto la superficie della baia che fa parte del Golfo Argolico a sud della Grecia. Un team di archeologi greci e svizzeri hanno scoperto quello che sembra essere un significativo insediamento costiero ora ricoperto dal Mar Mediterraneo, a due passi dalla vicina spiaggia di Lambayanna.Sulla scoperta il Professor Julien Beck, dell’Università di Ginevra, ha detto: “L’importanza della nostra scoperta è dovuta alle grandi dimensioni dell’area, almeno 1,2 ettari, e alla quantità e qualità dei manufatti che sono stati ritrovati. Il villaggio sommerso risale all’Età del Bronzo, a prima del 2000 a.C.”. Collegate alle fortificazioni esterne erano tre importanti edifici di pietra, probabilmente delle torri. Le strutture trovate da Beck e colleghi sono caratteristiche della Grecia dell’Età del Bronzo: tendono ad essere costruite su un piano rettilineo e circolare oppure in forma ellittica. Presenti anche delle superfici pavimentate, strade o resti base di strutture difensive. Il team ha anche trovato manufatti associati con
il sito, tra cui dischi di ossidiana risalenti al periodo elladico (3200-2050 a.C.).Gli esperti sostengono che mentre l’antica economia era al tempo principalmente agricola, vi è evidenza anche di un’innovazione tecnologica che comprendeva le arti metallurgiche e minerarie, così come l’emergere di una economia di mercato, lungo le centinaia di kilometri della costa del Peloponneso. L’autore greco Christos Doumas ha scritto nell’”L’Histoire de la Humanité” che l’architettura del periodo in esame era caratterizzata da piccole abitazioni di due stanze ciascuna con un piccolo patio. Venivano costruite con mattoni d’argilla cruda e si caratterizzavano dall’essere molto vicine l’una all’altra, lungo strade strette o viotttoli. Spesso erano circondati da mura fortificate.Questo è il tipo di configurazione rinvenuto dal team greco-svizzero. A parere di Beck, “E’ una configurazione simile, per questa regione e per questo periodo, alla vicina città di Lerna”, che si trova nel vicino Golfo di Nafplion. Lerna è menzionata nel racconto mitologico di Ercole, che vi dovette combattere contro l’Idra a più teste. “Questa città è considerata un punto di riferimento in termini architettonici e per le ceramiche ivi portate alla luce”.Una mappa e dei disegni del villaggio devono ancora essere elaborati a causa della vastità del ritrovamento. Lungo la riva nei pressi del sito, gli archeologi hanno trovato più di altri 6.000 oggetti, tra cui frammenti di ceramica rossa che sono caratteristici della zona. Le mura trovate dal team sono contemporanee in termini di temporaneità di costruzione sia alle piramidi di Giza, costruite attorno al 2600-2500 a.C., che alla civiltà cicladica (III Millennio a.C.), che infine alla prima civilizzazione minoica dell’isola di Creta (2200-1500 a.C.). Ma precedono la prima grande civilizzazione greca, la micenea (1650-1100 a.C.), di circa mille anni.Nell’immagine: Superficie pavimentata di muro di fortificazione della città sott’acqua dell’età del bronzoFonte: http://www.storianews.it/