Penelope, Aracne, Cloto, la Donna Ragno, Sherazaad, Verdandi, Ixchel, Eva. Figure apparentemente slegate tra loro. Non ‘modelli’ di donne. Nemmeno sfaccettature differenti poiché un esacontaedro pentagonale (figura della geometria solida che non ha un corrispettivo equivalente alla sua immagine riflessa) darebbe lontanamente l’idea di ciò che può racchiudere lo Spirito di una (una sola) “donna”. Eppure archetipi presenti in ognuna di noi. Vi propongo una lettura “altra”.
Penelope and the suitors, 1912, J.W. Waterhouse
Molti stimati grecisti vogliono che Penelope, derivi da phneloy, opos (penelops, penelopos) che designa per alcuni l’anitra mandarina (aix galericulata) per altri (R. Graves) il fischione (anas penelope). La cosa è in stretto legame al fatto che la si considerava figlia di naiade. Una naiade è ninfa delle acque preposta alla fonte che presiede. Un uccello acquatico ne è personificazione. Si tracci una mitografia delle corrispondenze in tal senso e se ne avrà un riscontro assai chiaro. Per Graves che l’accosta alla “pavoncella”, simbolo dell’”Occultamento del Segreto”, potrebbe aver significato mitopoietico di “stratagemma”.
Difatto, Penelope escogita uno stratagemma per sfuggire ai Proci. Per “prender Tempo”. Ma il nome Phneloph Penelope, contiene in sé (e qui stiamo utilizzando l’Argot) la parola phne, hs (pène, pènes), tela (indoeuropeo èpèn e latino pannus) quindi phnelopeia, as (Penèlopèia, Pènèlopeiàs) è “colei che tesse la tela”. Per prender tempo, dicevamo. Ebbene, Omero interpreta il nome di Odisseo come “adirato” che è epiteto di Crono, il Tempo. E’ un caso? Una tela particolare quella che tesse Penelope e citata poche volte per l’uso cui sarà destinata: il sudario di Laerte. Il disegno che esegue è la sua vita. “Colei che tesse la tela del Tempo della Vita” è anche la Moira CLOTO che ha il suo corrispettivo latino in AUXO una delle Horae, preposta alla crescita. Verdandi ne è il corrispettivo norreno.
A Golden Thread, 1885, M.J. Strudwick
Penelope fila dunque il “tempo della vita”, come Sherazaad. E ingannano la morte. Come la Donna Ragno Navajo che ingannava i piccoli indiani capricciosi. Con storie diversamente narrate. Come un disegno sulla tela, contenute nel nome e narrate con la voce. Come Aracne. Come la dea della tessitura maya Ixchel. Come “Eva filava, mentre Adamo scavava.” L’azione del filare, poi, è spesso riferita a una triade di esseri femminili: moire, parche, norne, fatae. L’attività del filare viene inoltre ricollegata alla Luna nelle sue tre fasi e quindi alla trivia Hekate. Il fuso è spesso associato al Destino e alla Morte. Nella mitologia di molti popoli il ragno, colui che tesse una tela apparentemente innocua, è sempre un trickster , un ingannatore. E la tela è un Universo. Come la Wyrd (su cui avrò modo di tornare). La tela è sudario ma anche velo. Di Maya, di Isis.