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Archiloco “Dopo un naufragio”

Da Lielarousse

Roma 18 marzo 2014

Veliero+Naufragio

” Il mio scudo, da guerra?Bell’affare. Lo butto subito alle ortiche. Domani passo dall’armaiolo e me ne compro un altro. Ma intanto salvo la pelle. E che m’importa se un bastardo di nemico si vanta con la mia arma in mano…”.”Eh, sì, lo so: sono un avventuriero. E allora?”. “Il mio capitano preferito? Certo non uno di quelli che sembrano statue, che camminano a gambe larghe. Anzi, uno tarchiato, con gli stinchi storti. Purché abbia un sacco di fegato…”.”Ehi, tu, vieni qui. Ho voglia di fare a cazzotti con te, come di bere a garganella quando ho tanta sete”. “Paros? Dove sono nato io? Una schifezza. Un’isola gobbuta  come un asino. Non vedo l’ora di andarmene”.”Ho una voglia pazzesca di fare l’amore. Mi pare di avere mille chiodi nelle ossa”.  (VII sec. a.C.)

Funebri singhiozzi, Pericle: e nessuno che critichi,
per spassarsela, poi, nei festini. Neanche la città.
Che gente, bollente, bollente boato di mare
chiuse! Lacerazione, in noi, dentro. Làncina:
fiato mozzo. Basta. Dèi a cancri senza cura,
hanno prescritto resistenza dura:
è l’antidoto! A chi ora, a chi poi, la sua prova. Oggi su noi
s’orizzonta. Ulcera rossa: e noi ululiamo.
Altalenerà su altri. Basta. Siate
duri. Il nodo alla gola è da donne: via, via subito da voi.

A domani
Lié Larousse



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