La giunta Galimberti ha già scritto le linee di indirizzo per la variante al Pgt di Cremona: un primo testo che suscita già alcune inquietudini in attesa della presentazione. La legislazione ha garantito in particolare la libertà di sbagliare: in urbanistica è un problema.
CREMONA Si riparte giovedì alle 18 in Comune, con la riunione della commissione comunale Territorio, che presenterà le linee di indirizzo per la variante al piano di governo del territorio. Il programma del sindaco Galimberti parla chiaramente dell'obiettivo di fermare il consumo di suolo e anzi di aggiornare annualmente i dati nella carta del consumo che sarà pubblicata sul sito del Comune. I palazzoni del City hub dell'ex asssessore Malvezzi, privi di aree verdi, sono stati fermati dalla nuova amministrazione. Le linee di indirizzo della variante, però, secondo l'architetto Michele De Crecchio, sono così fumose che abbandonano il centro storico al buon cuore degli impresari. Da una parte il buon gusto di ristrutturare o costuire secondo una libera scelta architettonica è tutelato: il problema sorge se la libertà produce un risultato in dura contraddizione con la storia della città. Se le linee guida per i nuovi cantieri sbrigliano la libertà di progttare e costruire, come da tempo la politica e la legislazione incoraggiano a fare, allora tutto potrà essere demolito e ricostruito. Grattacielini, forme bizzarre, case imprevedibili, colori insoliti, disarmonia, caos mischiati a talento arte e fantasia: che cosa ci si deve aspettare? L'ultima commissione edilizia è stata nominata dall'amministrazione Perri a fine dicembre 2009: ad oggi Cremona resta immobile mentre altri Comunei invece l'hanno costituita in gennaio dopo le elezioni del 2014. Il timore dei ricorsi dei privati, in assenza di leggi chiare, può far sì che il Comune permetta le lottizzazioni di terreno agricolo ancora possibili in città, visto che nei quartieri appaiono prati verdi vicino a industrie e abitazioni. Garanzie e certezze per adesso non se ne vedono.