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Architettura Informazione: la seconda parte della storia

Da Iwebdesigner @Iwebdesigner_it

Nello scorso articolo abbiamo parlato della nascita dell’ Architettura dell’Informazione (IA) e dell’inizio del suo cammino: la grande IA e la piccola IA costituirono due visioni differenti della IA e diedero luogo a due approcci complementari che cambiarono il modo in cui questa veniva percepita.

Il libro “Elements of User Experience” di Jesse James Garrett diede ad ogni disciplina un posto nel firmamento della User Experience e come si può vedere dalla immagine nel testo un sottile muro grigio divideva l’Information Architecture dalla Interaction Design; la suddivisione riportata ha costituito per molte generazioni la definizione e l’introduzione della stessa IA e per coloro i quali iniziarono la loro carriera in quel momento la concreta visione di una Architettura dell’Informazione che si occupava dell’organizzazione dei contenuti e della definizione della navigazione.

Lo stesso Garrett (un IA lui stesso) all’interno del suo testo non rende un cattivo servizio all’Architettura Informazione definendo con chiarezza quello che per lui ne era il ruolo; purtroppo ci furono delle conseguenze nell’inscatolare la IA in un piccolo contenitore che non molti avrebbero potuto prevedere.

Gli Interaction Designer e il Web

In quel particolare momento storico il Web iniziò a diventare interattivo e gli Interaction Designer (IxD), ovvero coloro i quali si preoccupano di progettare e rendere possibile e facile l’interazione fa uomo e macchina, arrivarono in massa. Gli scambi di conoscenza fra i gruppi  diventarono caotici, alcune mailing list diventarono più rudi e volgari, altre vennero chiuse o ristrette solo ai primi gruppi di studiosi dell’Architettura dell’Informazione, mentre le liste di distrubuzione degli Interaction Designer rimasero aperte e costituirono una alternativa nello scambio di sapere e informazioni.

Gli Interaction designer portarono la loro passione e la loro esperienza sul software e molti di coloro i quali si potevano definere Information Architect trovarono molto facile spostarsi avanti e indietro da una disciplina ad un’altra imparando nuove cose e potendo giocare con nuovi “giocattoli”: interfacce gestuali e comandi vocali. Molti di loro che avrebbero potuto essere la la futura generazione di IA diventarono invece la prima generazione di Interaction designer, il che non è effettivamente una cosa brutta anzi, solo che non si può essere entrambe le cose.

user experience

IA e IxD due gruppi distinti

Purtroppo, come spesso accade nel genere umano, le tendenze quasi primordiali di dividersi in gruppi e tribù presero il sopravvento:  i due diversi gruppi, IA e nuovi interaction designer, non cercarono di trovare un punto di accordo e di intersezione fra le varie materie, non basarono i loro studi  su due campi differenti che potevano avere punti di interserzione fra di loro, ma si concentrarono e accentuarono solamente le differenze esistenti.

Lo stesso Garret durante il summit di Architettura dell’Informazione cercò di dipanare le divergenze, ma la sua frase “IA è morta, lunga vita alla User Experience”  fu male interpretata; James sosteneva che Information Architect e Interaction designer non esistevano, ma

There are, and only ever have been, User Experience Designers.

Sicuramente aveva ragione, ma probabilmente non fu ascoltato! Le organizzazioni continuarono a mettere l’accento più sulle differenze che sui punti in comuni, mentre molti di coloro i quali si stavano avvicinando alla disciplina scelsero di abbracciare una definizione più inclusiva: User Experience Designer.

Google e IA

Un altro devastante evento per Architettura Informazione fu l’avvento di Google: gran parte della piccola IA si basava sul recupero delle informazioni e sullo studio di vocabolari controllati, ma Google diede l’impressione a tutti che il problema del recupero delle Informazioni fosse superato! Ma se questo era distante dal vero soprattutto per i piccoli ambienti informativi come le Intranet, il fatto che gli umani potessere recuperare le informazioni più velocemente di quanto potesse fare un algoritmo di ricerca suscitava ilarità.


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