Patanè rivolge parole molto dure a chi, in questi giorni, "si è fatto promotore e attore di un gesto così violento e vigliacco".
"In particolare", spiega il presidente di Arcigay "l'annuncio del supporto di soggetti anonimi, di profili segreti, di siti registrati all'estero che potrebbero fare i nomi di omosessuali italiani renderebbe il gesto privo di identità e responsabilità. L'uso, nel movimento gay, di strumenti alla macchina del fango, gli stessi che hanno inquinato la convivenza nel nostro Paese, è conferma della degenerazione politica di parte dello stesso. E' una parte distinta e distante da Arcigay che esaurisce la sua battaglia politica in operazioni di marketing propagandistico di pessimo gusto e superficiale presenzialismo sulla stampa".
"L'outing è inutile e rischia di produrre solo falsità sulla scia del più becero pettegolezzo. Arcigay difende la libertà e il diritto: il diritto di essere se stessi nei modi, luoghi e tempi in cui ognuno liberamente ritenga. Abbiamo da sempre rispettato questo principio che è nostro valore fondamentale, tutelando la privacy dei nostri soci con rigore, rispetto e lealtà. Nessuna eccezione è pensabile", conclude Patanè
Contrario anche Franco Grillini presidente onorario Arcigay: "Non credo che con azioni di questo tipo si possano portare a casa buoni risultati. Per quanto mi riguarda prima di agire mi sono sempre chiesto: che cosa sposta? La mia azione è in grado di dare qualcosa di più (in chiave di risposte legislative) al movimento che rappresento? Se la mia coscienza e la mia ragione rispondono di no, sospendo la mia iniziativa".
"Questo vuol dire che se sputtano al mondo i nomi dei parlamentari omosessuali non risolvo il problema e forse mi metto contro chi in incognito potrebbe aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo da qualche tempo. L'obiettivo di Mancuso qual è? Tra l'altro, Aurelio, deve trovare il modo, eventualmente, di evitare problemi legali: la nostra legge sulla privacy è molto severa da questo punto di vista. E qui si tratta di gestire con oculatezza dati sensibili. Altrimenti non so come andrà a finire l'iniziativa". E conclude: "L'autore e inventore dell'outing si chiama Michelangelo Signorile, è un editorialista della rivista gay americana The Advocate: lui diceva che l'outing si fa nei confronti di una persona che pur essendo omosessuale si comporta da omofobo. Francamente, ad Aurelio faccio notare: c’è un ministro gay che parla male o blocca le leggi a favore dei gay? Queste cose si fanno quando le accuse sono suffragate da prove, altrimenti sarebbe una delazione di massa che rischia solo di confezionare un bel pò di casino".