La querelle è poi continuata in ambito istituzionale: a Cecchi Paone che denuncia i troppi tabù ancora presenti a Napoli segue il fermo dissenso di Pina Tommasielli, assessore alle Pari opportunità del Comune di Napoli, che ha ricordato il Registro delle unioni civili recentemente istituito oltre che il fervore della comunità lgbt napoletana.
“La presentazione di una squadra di calcetto gay - spiega Antonello Sannino, presidente Arcigay Napoli e responsabile nazionale politiche sportive Arcigay - non rappresenta assolutamete la volontà di auto-emarginarsi o peggio ancora creare una sorta di ‘apartheid’ sportiva per gli omosessuali, ma la necessità di abbattere i muri di ipocrisia che pervadono la società italiana e che non permettono a tantissimi atleti omosessauli di poter vivere con pienezza ed orgoglio la propria passione sportiva”
Un primo passo, quindi, verso l’obiettivo finale della piena integrazione delle persone gay, lesbiche e trans nella società. Un incidente di percorso quello dell’altra sera, frutto di equivoci, ma anche la testimonianza di come sia ancora difficile fare coming out nel nostro Paese
“Per questo siamo ancora più convinti - continua Sannino - che la strada sia quella giusta, e rilanciamo, pronti per una grande iniziativa insieme ai giornalisti, ai tifosi, agli atleti. Un torneo o un triangolare da giocare in un grande stadio di Napoli, con il sostegno dell’amministrazione comunale. Un evento contro la violenza e l’omo/transfobia per far capire che Napoli è una città pronta ad una grande rivoluzione culturale e sociale”
Intanto la squadra dei Pochos (il cui nome è un omaggio dichiarato a Lavezzi, icona calcistic aper i napoletani e icona gay in Francia dove gioca adesso) farà il suo esordio ufficiale il prossimo 23 febbraio a Firenze, in un torneo a cui partecipano le altre squadre omosessuali di Genova, Milano, Bologna e Roma.