Il progetto ArduSat si pone come obiettivo la costruzione di piccoli satelliti basati su tecnologia open source a prezzi accessibili per poter mandare in orbita con costi irrisori, delle piattaforme per il rilevamento di informazioni di varia natura. Il progetto è supportato da molte aziende e ricercatori che collaborano attivamente.
Ardusat pesa circa un chilogrammo e ha una superficie di circa dieci per dieci centimetri.
Si tratta del tipico CubeSat, cioè un tipo di satellite miniaturizzato per la ricerca spaziale che generalmente occupa un volume di un litro (cubo con 10 cm di lato) e ha una massa con un peso inferiore ai 1.33 kg e per i quali di solito vengono utilizzati componenti COTS (Commercial Off-the-Shelf component). Ma in questo caso Ardusat rappresenta un’eccezione in quanto è realizzato con componenti e software open source.
Come mostrato sotto in figura, Ardusat è accessoriato con più di 25 sensori, tra i quali 3 telecamere, un contatore Geiger, uno spettrometro, un magnetometro, un sensore di luce IR, un sensore di onde elettromagnetiche, un sensore di temperatura, un giroscopio, un accelerometro, una unità GPS, un sensore di CO2. A questa pagina trovate l’intero equipaggiamento.
I sensori sono connessi a un banco di processori Arduino programmabili dall’utente che consente di far girare applicazioni o esperimenti o elaborare dati ricavati tramite i rilevamenti nello spazio. In cambio di donazioni a favore del progetto Ardusat, ai donatori verrà permesso di condurre di loro progetti di ricerca a prezzi vantaggiosi.
Per portare i sistemi ArduSat in orbita i progettisti hanno cercato di partecipare al programma Ride-Along della NASA, ma in alternativa il team dovrà finanziare un lancio commerciale.
La durata di ArduSat è stata stimata essere minimo di sei mesi fino ad un massimo di due anni.
Per concludere vi lascio a questo video dimostrativo.