I Mardi Gras cioè Claudia Loddo, Fabrizio Fontanelli, Andrea Casin, Emanuele Cefali, Danilo Filippino e Alessandro Matilli sono una band rock romana, dopo 2 dischi escono con il loro nuovo terzo singolo “Are We Ready For The Sun?” e noi di The Freak ne approfittiamo subito per intervistarli e conoscere meglio la band e la loro musica.
Intervista a cura di Valentina Tudisco.
Mardi Gras è il nome che avete scelto per la vostra band ed è anche il titolo del settimo album della storica band rock statunitense Creedence Clearwater Revival e di conseguenza la domanda sorge spontanea: perché proprio questo nome?
Fabrizio: Dare un nome a un viaggio musicale e dunque alla vita che hai scelto di vivere, è molto difficile, giochi con idee, visioni, e quello che ti sembra un nome bellissimo dopo poco ti appare l’esatto opposto! Avevo appena terminato l’ascolto di tutta la discografia dei Creedence e mentre stavo osservando la mia raccolta di cd e vinili mi saltò agli occhi Mardi Gras e lo trovai un nome molto elegante e pieno di suggestioni, è il cd “minore” dei Creedence, infatti fu il loro canto del cigno, ma mi piacque appunto il titolo, il martedì grasso, solo dopo scoprì che era anche il Carnevale di New Orleans e tutto quello che questa festa comporta.
Vi sentite accomunati alla band statunitense per un motivo in particolare? il nome è un omaggio al disco?
Fabrizio: Mi piace pensare al nome come un omaggio a quel periodo dove la musica era urgenza, non aveva schemi, seguiva lo stomaco, l’aria dei tempi, era libera espressione, rompeva molti schemi, un libero fluire. Era l’epoca dove la musica giocava un ruolo fondamentale nella vita delle persone, e i concerti erano veri e propri eventi culturali oltre che musicali. Devo dire che noi siamo stati fortunati durante le varie fasi del nostro viaggio nel dividere il palco con artisti come Billy Bragg o Glen Hansard e i Frames.Da loro abbiamo imparato molto, proprio il fatto di suonare in modo spontaneo senza sovrastrutture, suonare per appunto una urgenza di dare vita a le cose che vediamo accadere dentro e fuori di noi senza filtri. Un modo di esprimersi dunque vivo per fortuna ancora oggi e che per fortuna viene premiato dal pubblico. Una speranza in un oceano di volgarizzazioni e di brutti modi di usufruire la musica sia ascoltata che vissuta durante i concerti.
Mardi Gras, inoltre, si riferisce inoltre alla celebrazione del carnevale, festività cristiana in uso in diverse località europee ma anche statunitensi tra le quali New Orleans città patria del Jazz che non è propriamente il vostro genere ma potremmo comunque considerare tutto ciò un omaggio al genere, alla città o alla musica in generale?
Fabrizio: Assolutamente si, New Orleans è una città dove la musica gioca un ruolo fondamentale, ricordo dopo Katrina quando Edge degli U2 con Music Rising si occupò di recuperare fondi per ricomprare gli strumenti ai musicisti che avevano perso tutte le loro attrezzature. Ho contribuito anch’io nel mio piccolo visto che avevo “rubato” qualcosa a loro. All’epoca di Myspace ricordo con piacere immenso quando molte persone della Big O o della Louisiana ci aggiungevano per via del nome, erano molto incuriositi, e felici, che una band in Italia portasse un nome appartenente alla loro cultura.
Sembra banale da dire, ma la musica è vita ed è la carta d’identità di un popolo assieme a tutte le altre arti, poi a New Orleans è portato tutto all’ennesima potenza…ecco perchè quando leggo che un Paese come il nostro è negli ultimi posti per cultura mi sale forte la rabbia, proprio l’Italia che ha dato i Natali ai più grandi pittori, scrittori, scultori e a grandi autori di canzoni..ci vorrebbe un nuovo Rinascimento delle Arti per risvegliare le coscienze.
Ma Il vostro è un gruppo numeroso, come riuscite a trovare un punto in comune durante la creazione o registrazione di un pezzo? Qual’è la vostra idea di musica?
Fabrizio: Proprio nei numeri ci sta una risorsa incredibile, sei persone onnivore di musica che si confrontano e arrivano con idee da elaborare e da sviluppare assieme. La nostra idea di musica? Fare musica che in primis ci piace suonare e crea una magia nella stanza, lasciarci andare dentro la musica come dicevo prima senza filtri. Il nostro comune denominatore sta li…
Claudia: la nostra idea di musica è un dolce connubio tra creazione del singolo e creazione corale. Come nella vita di tutti i giorni. Il numero 6 non è semplice da gestire ma la sua forza è nell’eterogeneità di idee che serba al suo interno.
Come nascono i vostri pezzi? Vi rinchiudete tutti insieme in sala registrazione o la stesura dei pezzi è riservata a qualcuno di voi in particolare?
Claudia: devo ammettere che la prima cosa che ho percepito entrando nei Mardi Gras è stato il perfetto equilibrio tra la vena compositiva di Alessandro Matilli e quella letteraria di Fabrizio Fontanelli. Un equilibrio precario come tutti gli equilibri perfetti. E mi sono detta: che bello…ora vediamo cosa succede aggiungendo le mie idee matte! E’ una bella sensazione….come dire…sai quando fai colare il miele sul formaggio salato? Sembra di rovinare qualcosa..in realtà trasformi il sapore in un legame unico ed eccitante.
Fabrizio: La band ha passato varie fasi nel suo percorso, io mi sono occupato sempre della parte “letteraria” e di qualche musica da arrangiare poi tutti assieme, portavo un ‘idea principale che mi arrivava con una melodia che mi rimaneva in circolo per un pò di tempo. Un esempio può essere “Song from the end of the world”. Alessandro Matilli il nostro pianista ha questo dono di arrangiare e scrivere delle musiche magnifiche cito “Satellites and me” che si sono fuse perfettamente con i miei testi, dunque il nostro cd “Among the Streams” è nato da questa unione e da una produzione artistica scintillante anche di David Medina e Alessandro Cicala all epoca il nostro bassista e il nostro chitarrista elettrico.
Ora abbiamo nella band Claudia Loddo che oltre che una grande voce, è anche autrice sia di testi che di musiche e tanto sta portando alla nuova vita dei Mardi Gras, direi che proprio per le energie coinvolte ora, questo è il momento più creativo e pieno di stimoli che la band abbia mai avuto. Anche Andrea Casini, il nostro bassista sta sviluppando delle sue idee..dunque è un momento molto vivo per la band.
Bene ora arriviamo al punto forte. E’ uscito il vostro terzo singolo. Come vi sentite?
Ma soprattutto svelateci qualcosa…dal titolo alle storie divertenti che si nascondono dietro la creazione di un pezzo….
Claudia: il brano è nato davanti al mio computer, seduta su di una sedia ikea scomodissima, dopo ore ed ore ferma a raccogliere idee sparse nei fogli e nell’aria. Sentivo la necessità di scrivere qualcosa per proteggere -almeno con il pensiero- la vita di questo nostro Pianeta. Non so se sia fuori moda o alla moda aver bisogno di scrivere e cantare che “le speranze non sono perse nel tempo”. Ma questa nostra terra ha ancora bisogno di noi quanto noi di lei. Non importa in quale modo, ma è necessario RISPETTARLA, nelle parole e nei fatti. La scelta di inserire parte del discorso all’ONU di Severn Suzuki, allora dodicenne, è stata istintiva, rappresentativa. Un esempio di vita per tutti, giovani e meno giovani. Questo nuovo singolo è stato definito il brano in assoluto più rock dei Mardi Gras? Ma io l’avevo detto ad Alessandro! Voglio farti sentire un’idea…..- gli dissi- ma non credo sia molto Mardi. La sua risposta dopo averlo ascoltato? “Perfetto. Sarà il nostro prossimo singolo. Iniziamo subito!!!”.
Fabrizio: Personalmente mi sento molto eccitato perchè “Are we ready for the sun ?” è il brano in assoluto più rock che la band abbia mai prodotto. Ci siamo molto divertiti proprio ad usare le chitarre elettriche e Emanuele Cefali ha dato un grande apporto pieno di gusto e veracità. Claudia ha scritto una musica e un testo molto diretto, su un tema come quello dell’ambiente e del nostro relazionarci ad esso di cui non si parla mai abbastanza. Un aneddoto è che abbiamo cominciato a svelare qualche indizio del singolo proprio il 22 aprile ovvero l’Earth Day.
I vostri cd e brani nascono da cosa? Qual’è, se c’è, il “fil rouge” dell’album? Altrimenti descriveteci qualche pezzo…ce ne è uno che vi sta più a cuore? Ed i testi raccontano quali storie?
Fabrizio: “Drops made” il nostro primo cd (Goodfellas) nacque da sei storie che all epoca suonavo assieme alla prima cantante dei Mardi Gras. Il disco era un piccolo mondo fuori fuoco, in bianco e nero, con atmosfere sospese, erano storie di rapporti interpersonali che si tramutavano in ossessioni, in ricerca spirituale, fino a un brano contro la pena di morte che facemmo debuttare proprio durante un dibattito di Amnesty International. Il fil rouge era li, nel costruire dei piccoli quadri con pochi strumenti, dando molto risalto ai testi che avevamo scritto che la facevano da padrone assoluto. Ed era un cd cresciuto poi nei concerti che all’epoca facevamo in duo con due chitarre acustiche, cosi era proprio live, inciso in studio senza metronomi, con tutte le ruvidezze e gli errori che questo comportava. Ma suona ancora vivo e pieno di anima forse proprio per questo senso di abbandono che abbiamo avuto.
Per “Among the streams” invece abbiamo preso tutti le valigie e ci siamo imbarcati in un viaggio sonoro verso l’Irlanda e l’America, scegliendo anche una cantante che reputammo perfetta per questo ponte che costruimmo da Roma. E’ un disco dove ci sono dei brani che scrissi a Dublino, città che mi ha fortemente segnato umanamente e culturalmente, fino a tributi alla figura di June Carter Cash la moglie di Johhny Cash e figura fondamentale del country e della musica americana e a Bruce Springsteen con la nostra rilettura di “Land of Hope and dreams” che all’ epoca della nostra incisione esisteva ufficialmente solo come pezzo live, ma che noi scegliemmo quando Ermanno Labianca ci coinvolse nel secondo tributo italiano alla musica di Bruce “For you 2″. E “Among the streams” trovò un approdo proprio nella casa di Ermanno la Route61 etichetta dove il blues, il folk, il rock americano è di casa. In questo cd fu molto eccitante unire i miei testi e i brani miei che avevo con la scrittura di Alessandro Matilli. Credo che poi i brani più emozionanti del cd nascono dalle sue musiche, “Sister I know” e “Satellites and me” sono tra le mie preferite del repertorio Mardies.
Gli ultimi 3 singoli che abbiamo fatto uscire invece con la nuova formazione dei Mardies e con Claudia Loddo come cantante/autrice sono un nuovo inizio, un nuovo sentire la musica come una vera e propra band con apporti forti da ogni componente. E anche la voglia di giocare con nuovi suoni, nuove atmosfere spingendo anche i nostri confini. E’ molto bello dal vivo mischiare i nuovi Mardies con la “vecchia” produzione. E vedere come tutto si incastra magicamente bene.
Qual è la differenza tra questo e i singoli precedenti? Spicca un genere in particolare?
Fabrizio: Beh come dicevo è un pezzo veramente rock, diretto, e non vedo l’ora di suonarlo live.
Vi sentite soddisfatti al 100% del lavoro svolto e soprattutto del risultato?
Claudia: la soddisfazione vive nella costante ricerca. Il 100% per chi crea è un limite imposto. Io sono solo contentissima di poter condividere con il sorriso quello che all’origine è stato dettato da un’urgenza di espressione. Quando questa urgenza è sincera alla fonte, tutto il resto fluisce da sé.
Fabrizio: Assolutamente si, siamo sempre molto orgogliosi di ogni cosa che facciamo uscire. Non abbiamo nessun altro che guida il nostro viaggio, se non noi stessi che stiamo al volante e scegliamo la nostra strada. Ci piace anche questa idea di sfornare singoli, senza necessariamente al momento pensare a un album che li racchiuda…a volte ne parliamo questo si, ma è bello e spontaneo pubblicare ogni tanto un nuovo brano e vedere dove ci porta…
Tour promozionale?
Claudia: vi aspettiamo in giro per l’Italia…con tante belle novità in arrivo. Grazie The Freak.
Fabrizio: Esatto..per ora saremo al Fusolab di Roma il 24 maggio. Essendo una live band in primis, vogliamo portare il nostro live show ovunque, e ci stiamo lavorando su…seguiteci su www.mardigrasmusic.it sezione live e avrete tutti i nostri concerti.
Grazie Valentina e a tutti voi di The Freak!
Grazie mille a voi e alla vostra musica Mardi Gras!
Intervista a cura di Valentina Tudisco.
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