L’Area 51 è uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti d’America. Immersa nel deserto del Nevada, quest’area invalicabile è stata per decenni fonte d’ispirazione per complottisti, ufologi, maghi e stregoni, i quali hanno raccontato di come il Governo americano nascondesse in questa base segreta gli alieni che erano atterrati sul nostro pianeta.
Per anni gli Stati Uniti hanno negato l’esistenza dell’Area 51, ammettendo solo nel 2003 che essa fosse una zona operativa dell’aeronautica militare. Senza dare ulteriori spiegazioni e lasciando che la fantasia corresse, nutrendo film, telefilm e romanzi di fantascienza. Ma ora un libro della giornalista Annie Jacobsen getta una nuova, oscura, luce sul mito dell’Area 51. Con due verità sconvolgenti che, se confermate, renderebbero l’opzione alieni forse la meno assurda e la più auspicabile.
Le verità di Annie Jacobsen partono dal racconto di Edward Lovick, uno scienziato che per anni avrebbe lavorato proprio nell’Area 51 e che ora, in pensione, ha deciso di far conoscere la sua verità. Da prendere con le pinze, ma comunque sconvolgente. L’Area 51, e come essa altre zone off limits del deserto del Nevada, erano veramente basi segrete della Cia e dell’aeronautica militare americana. Qui, infatti, venivano testati i nuovi aerei Usa, qui venivano effettuati voli segreti a bordo di Mig sovietici sequestrati ai russi, grazie ai quali venivano addestrati i Top Gun. Proprio come Tom Cruise. Ma nell’Area 51 avvennero anche due fatti clamorosi.
Il primo fa riferimento a un altro mito, o leggenda, americano.Quello dell’incidente di Roswell. Di cosa si tratta? Nel luglio del 1947 nella cittadina del New Mexico Roswell cadde un oggetto non identificato. Un Ufo, insomma. A bordo degli esseri sconosciuti, degli ominidi piccoli, dalle forme sgraziate, il volto enorme e gli occhi fuori dalle orbite. Degli alieni, a conferma delle paure degli ufologi e dei complottisti. E questi alieni vennero portati e studiati proprio nell’Area 51. Abitanti di un altro pianeta? Edward Lovick dice di no, e svela il primo segreto della sua storia.
Secondo lo scienziato, infatti, quelli precipitati a Roswell erano esseri umani, provenienti dal pianeta terra. Ma esseri umani creati in laboratorio da uno dei più atroci mostri dell’umanità: quel Joseph Mengele diventato tristemente famoso per gli esperimenti nazisti nei campi di concentramento. Mengele sarebbe stato, secondo Lovick, assoldato da un altro mostro del secolo scorso, Josif Stalin, affinché creasse dei finti alieni da mandare in America. Ispiratosi alla “La guerra dei mondi” di Orson Welles, il dittatore comunista puntava a scatenare il panico negli Stati Uniti con un’invasione aliena, proprio come raccontato in radio da Welles. Un piano che fallì quando il veivolo che trasportava i mostri precipitò, ma un piano che mantenne viva la leggenda degli alieni sbarcati sulla terra. Un’ipotesi atroce, raccapricciante che, forse, fa più paura dell’idea che sulla terra fossero davvero sbarcati gli alieni.
La seconda verità, invece, fa luce sul perché l’Area 51 è da sempre stata off limits. Secondo Lovick, infatti, nel deserto del Nevada il Governo americano ha effettuato diversi test nucleari (dopo la seconda guerra mondiale). In particolare, per prevenire gli effetti di un aereo precipitato con materiale nucleare a bordo, è stato simulato l’abbattimento di un veivolo. Con conseguente dispersione di materiale radioattivo nell’aria e nel terreno del deserto del Nevada. Che resterà radioattivo per secoli. Niente alieni, dunque, da nascondere a sguardi indiscreti, ma un terreno nucleare, morto, da tenere ben isolato.
Insomma, due verità che squarciano il buio e il silenzio che da decenni il Governo americano mantiene sull’Area 51 e sull’incidente di Roswell. Due verità che, però, potrebbero non fermare quelle leggende metropolitane cui molti americani non sembrano voler rinunciare.
COMMENTI (2)
Inviato il 13 maggio a 13:31
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Inviato il 04 ottobre a 03:10
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