Arequipa è la seconda città del Perù. Si trova a 2.350 mt s.l.m. ed è incastonata in una valle tra i vulcani. Eruzioni e terremoti si sono scatenati sulla città ogni secolo da quando nel 1540 arrivarono gli spagnoli, distruggentdola e danneggiandola ripetutamente.
Nonostante tutto vi sono molti edifici di epoca coloniale in ottimo stato di conservazione. Caratteristica della città è il materiale vulcanico con cui sono costruiti i suoi edifici: il sillar che è bianco e scintillante al sole.
Le chiese sono molto belle e gli antichi chiostri sono stati trasformati in aree commerciali ma il tutto si sposa bene, l’atmosfera non è rovinata dallo shopping.
Molti sono i turisti locali e stranieri che affollano le vie e le piazze della città
Accanto ai moderni invitati ad un matrimonio passeggia una signora in abiti tradizionali
L’imponente cattedrale occupa tutto un lato della piazza principale
gli altri 3 lati sono contornati da porticati
Molti sono i ristoranti e i bar alla moda nel centro storico
Il monastero di Santa Catalina (Caterina) da Siena fu costruito nel 1579 ed è il migior esempio di architettura coloniale della città edificato in sillar. Negli anni ha subito molti cambiamenti dovuti ai frequenti sismi.
Il monastero non è un unico edificio ma è una cittadella di 20.000 mq con piazzette e calli chiuse all’interno di alte mura. Nel monastero ora vivono circa 20 monache di clausura. A loro è riservato un edificio di recente costruzione all’interno delle mura della cittadella che oggi è un interessantissimo museo.
La sua fondazione è avvenuta per volontà di una ricca vedova che applicava criteri molto selettivi nella scelta delle suore: dovevano essere di nobile famiglia spagnola ed essere accompagnate da una ricca dote. Le monache vivevano non in austere celle ma in piccoli miniappartamenti mono o bi locali ogniuno con la sua cucina nel piccolo cortile dell’abitazione.
In questo convento particolarmente privilegiato le monache, malgrado i voti di povertà e castità, avevano ciascuna 3 o 4 serve, organizzavano feste, invitavano musicisti e fondamentalmente conducevano la stessa vita alla quale erano abituate prima di entrare in monastero. Dopo circa 3 secoli di “allegria” papa Pio IX inviò (1871) Josefa Cadena, una suora domenicana particolarmente severa a ripirstinare l’ordine. Da allora nel convento è stata rispettata la clausura fino al 1970 quando il sindaco di Arequipa ne ordinò la ristrutturazione e l’apertura al pubblico.
Una monaca oggi