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Arequipa, la Città Bianca del Perù

Creato il 10 ottobre 2014 da Giorgiagarino

Il Perù è un museo a cielo aperto, uno dei viaggi più interessanti e una delle mete più ambite da qualsiasi viaggiatore che si rispetti. Parecchi luoghi sono annoverati dall’ Unesco tra quelli del patrimonio mondiale dell’ Umanità. Dalla cultura preincaica dei Chimu, sviluappatasi a Nord del paese con la cittadella di fango più grande del mondo ( Chan Chan) ed i luoghi di Trujillo, fino alla conquista da parte degli Incas, in questo paese vissero popolazioni esperte di metereologia ed astronomia, alla pari dei Maya del Messico tanto per citare un esempio. Qui troviamo costruzioni molto antiche,  a testimonianza di un regno e di una civiltà in parte affascinante ed in parte ancora avvolta dal mistero: quella del popolo Inca.

Il periodo migliore per un viaggio in Perù coincide con la stagione secca, da aprile ad ottobre circa, per non trovare pioggia, tuttavia è possibile visitarlo anche durante il resto dell’ anno. I paesaggi variano dalla regione costiera con le spiagge, passando dalle città sulle Ande, fino all’ Amazzonia, per cui il clima varia a seconda della zona visitata.

Perù

In compagnia di un venditore peruviano ad Arequipa

Come d’ abitudine per i miei viaggi più lunghi, vi racconterò il mio Perù in diversi articoli, viaggio compiuto nel maggio 2014. Il viaggio è abbastanza impegnativo, perchè cambiamo tre aerei di fila: partenza da Milano con scalo a Madrid (un paio di ore più attesa della coincidenza) e diretto per Lima, capitale del Perù, circa 12 ore. Ulteriore coincidenza per la prima tappa del nostro viaggio e dopo un’altra oretta e mezza di volo, arriviamo finalmente ad Arequipa, conosciuta come la Città Bianca, per i  numerosi edifici costruiti in sillar, la pietra vulcanica di colore molto chiaro che ritroviamo in tutto il centro storico, dichiarato patrimonio mondiale dell’ Umanità. Curiosità: la città è gemellata con Biella, in Piemonte, dove vivo io e possiede il piccolo parco Biella, come noi abbiamo il parco Arequipa.

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Arequipa la Ciudad Blanca

Nonostante sia un giorno e mezzo che non chiudiamo occhio, non siamo stanchi e ci buttiamo subito nella visita della città, cosa che consiglio a chiunque dopo un lungo volo: non pensare più all’ orario di casa propria in Italia, ma immedesimarsi col nuovo fuso orario, cercando di dormire quando viene notte e visitare se è ancora giorno. Se non ci fissiamo con la mente a pensare che in realtà sarebbe notte e dovremmo dormire, il nostro corpo è in grado di reagire e non soffriremo il jet lag (la sindrome da fuso orario).

Arequipa si trova a poco più di 2300 metri eppure il clima è mite e quasi sempre soleggiato, giriamo per il centro storico fino al cuore della città, la Plaza de Armas occupata per tre lati da un colonnato con balconi e caffetterie e nel quarto con la Cattedrale. Molto più piccola, dal lato opposto, la chiesetta gesuita Iglesia de la Compania. Pranziamo in un ristorante sotto agli archi, al piano superiore, per goderci il panorama ed assaggiare subito uno dei piatti forti peruviani, che ci accompagnerà durante tutto il nostro viaggio: la carne di alpaca, che in Perù è considerata come la carne di pollo per noi, fondamentale e la più salutare. Molto gustosa, la preparano in diversi modi, dagli spiedini allo spezzatino. Altra carne onnipresente, quella del porcellino d’ India arrosto.

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La Cattedrale in Plaza de Armas

Il Perù è considerato uno dei paesi migliori al mondo come gastronomia, raggiunge il top nella sua capitale Lima (di cui vi parlerò in un altro articolo) e posso confermare che le ottime carni sono un punto di forza inimmaginabile finchè non le si gustano. Le patate sono proposte in ogni modo anche perchè in Perù se ne contano più di 3000 varianti: difficile assaggiarle tutte in un solo viaggio! Fino ad arrivare all’ ottimo caffè: in tutto il mondo quello del Sudamerica è considerato il migliore.

Un piatto che ritrovo spesso durante il mio viaggio, è l’ insalata russa, simile alla nostra ma di colore rosa, probabilmente per l’ aggiunta di barbabietole. Specialità della zona sono le zuppe, il caldo de gallina con brodo di gallina, patate ed erbe aromatiche, e la sopa alla criolla con noodles e verdure,  adatte per scaldarsi nelle fredde serate andine. I peruviani vivono di carne, per loro un vegetariano è cosa alquanto bizzarra, anche perchè comprare la carne è spesso costoso e mangiare verdure una scelta obbligata per la maggior parte della popolazione, quindi per loro non è accettabile come scelta di vita. E’ presente anche molto pesce, soprattutto a Lima e nelle zone costiere.

Bevanda nazionale spesso offerta sulle tavole dei ristoranti,  è il pisco sour (pisco, succo di lime e zucchero). Vista l’ altitudine, si deve bere molto e oltre alla classica acqua, troviamo ovunque il famoso mate de coca, il tè con infuso di foglie di coca disponibile in ogni hotel e la manzanilla, la camomilla. Infine, l’ Inca Cola, una bevanda gialla dolcissima, dal sapore di caramella: io la trovo nauseante, ma i peruviani la adorano!

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Caldo de gallina

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Insalata russa rosa

Passeggiare nella Ciudad Blanca è piacevole, nonostante i vari terremoti e combattimenti i palazzi, le arcate, le chiese, mantengono un’armonia spettacolare, circondati da spettacolari montagne tra cui il vulcano El Misti.  Incontriamo i primi abitanti che ancora indossano i costumi tradizionali peruviani e girano con caprette o lama in braccio, spesso per avere una moneta in cambio di una foto. All’ interno dei palazzi storici si trovano diverse gallerie d’ arte.

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Scorci in città

Proseguiamo con la visita della mummia Juanita ” la fanciulla dei ghiacci” , contenuta in un congelatore di cristallo a  – 20 gradi, al Museo dell’ Università Cattolica dei Santuari Andini. La mummia è considerata una delle scoperte più importanti degli ultimi anni, per l’ottima conservazione, grazie alle bassissime temperature; dopo 500 anni, il ritrovamento ad oltre 6000 metri del corpo di questa ragazza, che avrà vissuto solo 12-14 anni prima di essere sacrificata dagli Incas, è considerato di importanza notevole e noi abbiamo potuto vederla, anche se la luce alla quale si può esporre la mummia è veramente minima e bisogna abituare gli occhi lentamente per poterla scorgere.

Al termine, effettuiamo un po’ di shopping. Uno degli acquisti più classici in Perù consiste in maglioni, sciarpe, poncho in lana di alpaca o baby alpaca, ancora più pregiata e qui ad Arequipa posso consigliarvi gli acquisti migliori che potrete fare in Perù: approfittatene, perchè la qualità della baby alpaca è la migliore ed i prezzi i più bassi. Nel resto del paese vengono importati da Arequipa, i prezzi salgono e spesso sono meno pregiati, la lana di alpaca viene mischiata a lana di altri animali fino a quella sintetica che trovate nei vari mercatini.

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Negozi di abbigliamento di baby alpaca

Nel pieno del pomeriggio, ci dirigiamo al Monastero di Santa Catilina, l’ attrazione più importante della città e una delle mie preferite durante questo viaggio: il monastero è una città all’ interno della città, non aspettatevi il classico convento con chiesa da visitare in poco tempo.  E’ il più grande convento del mondo, costruito nel 1579 su una superficie di 20.462 metri quadrati, con strade, chiostri, giardini ed è considerato il più importante edificio religioso in Perù. Abitato ormai solo da una ventina di monache di clausura, ne contava più di 500 e il convento era diviso come da quartieri, con le zone dedicate alle monache più anziane fino a quelle per le novizie.

E’ possibile visitare il complesso tramite un percorso guidato da frecce, dalle cucine alle antiche abitazioni, ovviamente senza incontrare nessuna monaca poichè la clausura impedisce il contatto con il mondo esterno. Ho visitato diversi monasteri di clausura anche in Italia e le monache ricevono solo chi conoscono, sempre dietro a una grata e per passare qualsiasi oggetto si ha a disposizione uno scaffale con un rullo. Dopo l’ arco di entrata che invita al silenzio, si visita il Chiostro delle Novizie, dove le giovani monache facevano voto di silenzio e dedicavano la loro vita alla preghiera, per passare al Chiostro degli Aranci. Si passa dalle celle delle monache, fino alla lavanderia comune dove il personale di servizio lavava gli indumenti delle monache nell’ acqua di un torrente incanalata in giare di terracotta. Al termine, una pinacoteca con diversi quadri e oggetti preziosi.

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Per le vie del monastero

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All’ interno del Monastero

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La clausura: le monache stanno al di là della grata e gli oggetti si possono mettere nello scaffale girevole a lato.

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Vista dal monastero

La cittadella è spettacolare, i colori degli edifici variano dalle zone ocra a quelle bianche, da quelle color lapislazzulo fino al color terra di Siena, tutti curatissimi con fiori, giardini e piante. All’ interno anche il piccolo cimitero. La Sala de Profundis era la camera mortuaria delle sorelle, gli artisti potevano dipingerle solo dopo morte non potendole vedere da vive e qui si trovano i loro quadri. Ho sempre amato visitare monasteri e conventi, come i castelli, sono luoghi di pace solitamente molto curati e con diverse opere d’ arte. Questo è veramente straordinario, è la meta principale di Arequipa quindi imperdibile, ricordatevi che ci vogliono un paio di ore per girare con calma. Un paio di sere a settimana, è possibile anche visitarlo a lume di candela ed avere quindi la visuale che per secoli hanno avuto le monache.

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Uno dei chiostri all’ interno del monastero

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Monastero di Santa Catilina

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Tra i portici in monastero

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Bellissimo passeggiare nella città dentro la città…

Da Arequipa partono le escursioni per il Canyon del Colca, considerato il più profondo del mondo, dove è possibile avvistare i magnifici condor andini arrivando a punte di 4500/5000 metri. Noi non osiamo tanto, dovendo abituare il fisico all’ altitudine ( descrivo nel mio articolo sul “soroche” i problemi del mancato adattamento del corpo umano al brusco sbalzo di altitudine) e da qui proseguiremo per la città di Cusco. Un’ altra opzione possibile è quella di sorvolare le famose Linee di Nazca, ancora oggi un mistero su come siano state disegnate (qualcuno parla addirittura di alieni) passando per la città di Paracas famosa per il candelabro sul monte le cui origini sono ancora sconosciute come per le linee, fino alle isole Ballestas, per vedere diversi animali, isole che in piccolo ricordano le più famose isole Galapagos in Ecuador.

Il nostro hotel era La Maison d’ Elise. Il nostro viaggio lo organizzo con Quality Group su base privata, in compagnia di mio marito e mia suocera, ho potuto quindi scegliere le tappe e i giorni da dedicare in piena autonomia. Ottimo tour operator, verremo seguiti nei minimi particolari.

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Il caratteristico hotel



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