Soffia vento freddo di Levante e questo vuol dire che il tempo cambierà in maniera imminente e il cambiamento spaventa chi di navigazione sa poco o niente. Chi vive sul mare, invece, spesso non ha mai messo piede in acqua ma rispetta e conosce la corrente. Chi vive sul mare sa osservare le increspature delle onde e quando si rincorrono in modo diverso e in maniera insistente, vuol dire che a breve bisognerà ritirare i remi e tirare le tende. Ho una barca chiamata Provvidenza che traghetta le domande della mia esistenza e l’esperienza mi dice che il periodo non è proprio il migliore, ma è anche vero che e non si affronta una volta una tempesta non si può dire veramente di essere un buon pescatore. E la tempesta arriva puntuale come solo le cose negative sanno fare. Eppure era previsto tutto, gli uccelli volavano bassi e l’aria aveva un altro odore; l’odore di bagnato anche se in testa batte alto il sole. Le gocce del cielo si scontrano con quelle che saltano da quest’imbarcazione che è un puntino guidato dal destino: perché la ancore non servono quando il mare gonfia il petto e fa sentire che è incazzato. E quando tutto sta per precipitare, ecco, cambia ancora la situzione. Qualcuno mi ha ascoltato o forse la sorte ha avuto solo un conato di compassione. Cala la notte e le stelle penetrano le nuvole schierate in formazione. E ci si affida a loro per trovare la direzione, ma in realtà questo è solo un modo poetico di mascherare le preghiere, compagne fidate di ogni destinazione.
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