In un caratteristico borgo medioevale alle porte di Roma, lontano dai clamori e dalla frenesia della Capitale, sopravvive da tempo la tradizione della porchetta.
Tradizione che, richiamando incessantemente frotte di golosi gustatori, è gioia e vanto insieme dei suoi abitanti.
Ariccia è situata a circa 25 chilometri a sud di Roma, sulla via Appia.
La si incontra subito dopo Albano, arroccata su una rupe ed annunciata dalla cupola della chiesa di Santa Maria Assunta, progettata dal Bernini, e dal seicentesco Palazzo Chigi.
Per raggiungerla da nord bisogna attraversare un ponte alto una settantina di metri sulla vallata che collega la Rocca di Ariccia all'Abitato di Albano.
Lo specchio di Diana
La storia di Ariccia è strettamente legata alla leggenda di Diana Aricina.
In epoca romana, si narrava che tra i boschi che si trovavano nella zona fossero l'habitat di diana, che usava specchiarsi nelle acque del vicino Lago di Nemi, detto appunto "Lo specchio di Diana".
La porchetta
Ma la vera attuale fama deriva da una specialità gastronomica, la cui preparazione coinvolge a livello artigianale molte famiglie.
Si tratta della Porchetta di Ariccia, maiale disossato, condito con erbe ed aromi e cotto al forno per ore.
Nei periodi autunnali ed invernali, la porchetta viene preparata artigianalmente in forni improvvisati, nelle cantine di molte abitazioni, e nel paese antico, accanto al profumo del vino appena svinato c'è anche quello appetitoso della porchetta appena sfornata.
Per acquistarla non bisogna fare altro che rivolgersi a uno dei pochi negozi di alimentari che si trovano sul corso o sulla piazza principale del paese.
Vengono preparati anche dei sontuosi panini usando i "cazzotti", tipiche piccole pagnotte cotte al forno: mai connubio fu più ghiotto!
Da bere, ovviamente, bianco dei Castelli Romani, Colli Albani o Colli Lanuvini, fresco e leggermente amarognolo.