Milano- Prosegue con successo, nell' ambito della rassegna " Parentesi Aperte", la mostra intitolata " La macchia umana": si tratta della prima personale milanese dell'artista italiano Aris, nonché la terza personale del ciclo milanese a cura di Alessandra Ioalé.
All' inaugurazione in Via Sant'Agnese 12/8 nel mitico Studio D'Ars erano presenti un bel numero di artisti, critici, collezionisti, galleristi, giornalisti ed appassionati d'arte. Aris ha iniziato la sua attività all' inizio degli anni Novanta dipingendo su treni e muri. Ha poi sviluppato uno stile del tutti personale partendo dalle lettere e dallo scritto per approdare a forme assai diverse. " Dallo studio delle lettere alla loro astrazione - dice la curatrice della mostra Alessandra Ioalè- per poi arrivare alla creazione di "puppets" è il percorso seguito da Aris per la costruzione del proprio linguaggio espressivo che lo contraddistingue ormai da vent'anni nel panorama europeo dell'arte urbana e contemporanea. Una trasformazione fluida delle lettere in delicate silhouette dal profilo essenziale, pulito, senza alcuna volontà di sfondare le superfici su cui giacciono. Una continua ricomposizione di corpi fluidi, che si propagano, avanzano, spaziano come una grande macchia lasciando una traccia sul suolo del mondo". Un percorso che ha portato oggi Aris ad essere uno dei più validi esponenti della propria generazione: " Macchie umane - prosegue la Ioalè- che man mano rifuggono dalla immediata riconoscibilità e comprensione avviandosi verso una sintesi formale assoluta in cui vi si può riscoprire un principio naturale altrettanto assoluto. L'intrinseca complementarietà della natura umana. E che nella nuova serie di opere realizzate per La macchia umana raggiungono un successivo e potente grado di espressività. Accanto infatti a una serie di disegni in cui è ancora presente e forte la bidimensionalità della composizione, accentuata dall'uso di texture e colori per la delimitazione delle forme, Aris presenta dei pezzi dove le forme di corpi fluidi emergono con una nuova consistenza e profondità proprio dall'intaglio di diversi e sovrapposti strati di carta dalla gamma cromatica di contrasto, segnando un'evoluzione nel percorso di ricerca dell'artista, che vediamo qui dispiegarsi in tutta la sua complessa bellezza". Aris ha lavorato assiduamente in Spagna, Germania, Polonia, Russia, realizzando interessanti interventi in spazi urbani su muri non tradizionalmente votati all'arte. " Si dedica - conclude la Ioalè- alla rivitalizzazione e rigenerazione del landscape urbano e peri-urbano e lo fa con l'uso della tempera muraria, che ha una forte valenza simbolica, le immagini che abitano queste nuove superfici sono create con la stessa sostanza che di solito si usa per ricoprirle. Ambientazioni lunari e mondi dimenticati sono i temi preferiti delle sue opere". Negli ultimi anni ha partecipato ad importanti mostre e progetti tra i quali: From Street to Art, IIC, NY, US, 2014, a cura di S.Pallotta; Indoor Outdoor, SMS, Pisa 2014; Vedo a Colori, Civitanova Marche, 2014, a cura di G. Vesprini; Icone 5.9, Modena, 2013 a cura di P. Rivasi; City Bilder, Dresda, DE, 2012, a cura di J. Besser; Piknik festival, Esztergom, HU; Scala Mercalli, Roma, a cura di G. Marziani; Street Art, Sweet Art, PAC, Milano, a cura di A. Riva.
PAOLO ALMANZI