L’eco roboante delle parole pronunciate di recente da Arisa, detentrice in carica dell’alloro di Sanremo 2014, durante il suo intervento post-festival a “Le invasioni barbariche”, deve avere investito con maggiore potenza e dirompenza dell’onda d’urto provocata da parecchie cariche di esplosivo chi, in prima persona, come anche indirettamente, si sarà sicuramente sentito colpito nel vivo dalle sue esplicite contestazioni a un certo modo di “fare tv” che la indispone profondamente e la fa insorgere; nel suo atto d’accusa, nello specifico, si riferisce a “Domenica in” andata in onda dall’Ariston il giorno dopo la sua vittoria, quando Mara Venier, appena la cantante è apparsa sul palco, le ha mostrato un’intervista alla madre, girata in Basilicata, che ne ha subitaneamente causato una crisi di pianto, con fuga repentina dalla sala e muto imbarazzo dei presenti, queste le dichiarazioni di Arisa “Ero commossa, ma anche arrabbiata, perché so come reagisce mia madre a certe cose … Poi a me non piace piangere in televisione … Comunque io credo che il popolo italiano abbia molto di più da farsi raccontare rispetto a questi colpi di scena, gossip, complottismi. La tv dovrebbe fare cultura, è deludente vedere sempre le stesse cose: le sorprese che ti fanno, le improvvisate per farti commuovere … Perché dovevo piangere?Io ero e sono così felice: ho vinto Sanremo”. Immediata la discesa in campo della Venier, che si è fatta invitare a sua volta, a breve distanza di tempo, da Daria Bignardi in trasmissione, dove ha replicato con foga e incisività, negando tesi complottiste, premeditazioni, imboscate e sbeffeggiando l’artista, per il suo vero cognome, Pippa, citato in continuazione come spunto per i suoi – banalissimi – sarcasmi, ricordando, infine, a tutti, l’espressione greve lanciata dalla giovane cantante, a “X-Factor”, contro Simona Ventura (ndr compagna del figlio dell’attuale marito della Venier) quando erano entrambe “coach”. Come mai tutto questo clamore dei “media” (se ne legge ovunque) attorno all’episodio e ancora di più alle affermazioni di cui sopra?C’è che Arisa, con la sua ribellione esplicita, priva di sottintesi, della serie “e qui ve le suono io”, navigando “controvento” e tutti sappiamo quanti rischi comporti, è andata a “sabotare” e vilipendere un filone televisivo particolarmente fiorente, dalle innumerevoli risorse (umane, la materia prima) e in auge ormai da anni, il “lacrima show”, che si tratti di un intermezzo apparentemente non combinato e spontaneo, anche se spesso, si sa, non è così, che assume corposità inattesa nel contesto di un “talk” o una serie di situazioni che talvolta si configurano con contorni da “sceneggiata”, ospitate in un varietà dai risvolti “social”, ci sono conduttrici che ci hanno costruito sopra carriere pluriennali e che attorno alla spettacolarizzazione della “grondante” (i Cleenex non bastano, preparate le bacinelle!) ed esibita emotività sia di perfetti sconosciuti presi dalla strada, sia, è molto più “trendy”, di personaggi di grande notorietà, l’obiettivo ultimo rimane sempre di imprimere allo “share” una traiettoria ascensionale, intento, d’altra parte, in molti casi, pienamente raggiunto. Ci si deve rassegnare, oggi il divo del cinema va in tv solo marginalmente per presentare il film in uscita e così è per il cantante, l’album è in fondo ai suoi pensieri, perché a chi li intervista interessa di più sapere se hanno un passato caratterizzato da disturbi dell’alimentazione, se il loro cognato soffre di gravi problemi neurologici, se prima di raggiungere il successo hanno dormito in qualche ricovero di fortuna o vissuto in una casa-famiglia, se i genitori si sono tolti il pane di bocca per tirarli grandi, se, in poche parole, la vita, in qualche modo, li ha presi a calci. Siamo poi così sicuri che il telespettatore, a casa, faccia proprio follie per questi racconti compassionevoli a “cuore aperto”? Probabilmente no, ma ci lasciano ben poca “ciccia”, in alternativa.
Tornando ad Arisa, indubbiamente, nel mondo dello spettacolo, è quasi una “mosca bianca”, avrebbe molto da insegnare a tanti suoi colleghi di ambo i sessi che, invece, scivolano spesso e volentieri sul versante “commiserevole” per mera, calcolata speculazione. Dimenticavamo, la ragazza se n’è uscita, persino, spudoratamente con la seguente ammissione (fonte “Vanity Fair”): “Volevo vincere (ndr sta parlando di Sanremo) … sarebbe inutile fare la corsa e poi scansare il traguardo”, ma come, pure “anti-umile”?non sa che va di moda “autodemolirsi”?Nossignori, la sua è semplicemente “Sincerità”.
[Articolo a cura di Fede]