Siamo già stati a curiosare in oriente, rovistando nel modernariato pre Bollywood, in preda a nostalgici impulsi di rievocazione storica di una bellezza senza tempo, ancora immune dal tarlo dell'omologazione occidentale.
È giusto quindi tornarci, Annus Domini 2009, nel tentativo di trovare degni epigoni della tigre della Malesia.
Io ho trovato questo:
Arjun Rampal
A voi visitatrici/tori spetta decidere quanto il bottino di caccia sia degno dell'alloro di sex symbol.
A me, questo modello-attore fra i più amati della florida industria cinematografica indiana, non sembra altro che una versione orientale del classico "pottino":
giacca pseudoelegante sui jeans, capello unto con riporto anticiuffo dietro agli orecchi degno del peggiore figlio di papà del Dante (era '93-'98), camicia-maglietta con generoso scollo pro-vista sul petto glabro.
Non mi meraviglierei se fosse uno di quelli che, prima di uscire, usa rovesciarsi addosso una boccia di profumo, magari all'essenza di Cardamomo, giusto per dare un tocco di superficiale campanilismo.
Forse mi sbaglio, ma la sindrome da calciatore, con il suo tripudio di gel-cattivo gusto-esuberanza fisica, sembra fare breccia anche in luoghi dove il calcio manco sanno cosa sia, e non sarà un caso se questo tizio, nella sua privilegiata condizione di eletto, dopo tutti gli sforzi che immagino ci vogliano per scalare le tappe del successo, in un luogo dove le occasioni non sono alla portata di tutti, non sembra altro che accontentarsi di somigliare ad Alessandro Nesta.
Ma se vi garba, fate vobis...
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