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Arlecchino servitore di due padroni

Creato il 23 marzo 2011 da Silvanascricci @silvanascricci

Arlecchino servitore di due padroniNon c’è nulla da fare.

Quando qualcosa è scritto nel Dna non c’è santo che tenga, prima o poi viene fuori nonostante gli sforzi ed i tentativi.

Questo vale anche per le nazioni e non soltanto per i singoli.

Se fosse mai possibile fare una mappatura del genoma nazionale verrebbero fuori, oltre ad alcune caratteristiche positive, anche altre che lo sono decisamente meno: il pressapochismo, la furberia (e non la furbizia), e soprattutto il tradimento.

Se osserviamo il nostro passato remoto e prossimo ed il nostro presente troviamo il tradimento come una costante dei nostri rapporti internazionali; proprio non ce la facciamo a stare coerentemente, responsabilmente e scientemente dalla stessa parte.

Noi ondivaghiamo, tradiamo e cambiamo schieramento ad ogni mutar di fronda o meglio ad ogni mutar di interesse e di sollecitazione.

La prima guerra mondiale è stata la madre di tutti i tradimenti; avevamo un patto pluridecennale e solidissimo con Austria e Germania, nel 1914 allo scoppio delle ostilità mentre dichiaravamo la nostra neutralità patteggiavamo col nemico per trovare un buon ingaggio contro austriaci e tedeschi.

Lo stesso accadde con la seconda guerra mondiale; nel luglio 1945 Badoglio dichiarava dichiarava che la guerra continuava a fianco dell’alleato germanico, ma ecco che nel settembre del 1945, quando ormai i tedeschi avevano invaso il paese chè di noi non si fidavano, avviene il salto della quaglia e passiamo a piè pari con gli alleati.

E per fortuna che ci furono i partigiani a salvare quel che restava della dignità del paese.

Qualche anno dopo, nel 1949, il governo De Gasperi decretò l’entrata del paese nel patto Atlantico alleandosi con gli anglo americani che avevamo combattuto fino al 08 settembre del 1945 e di cui avevamo detto peste e corna.

Durante la guerra del Kossovo, alla fine degli anni ’90, ministro degli esteri D’Alema, ecco che ci mettiamo a bombardare, con insospettabile fedeltà alla Nato,  quel che restava della Jugoslavia con la quale avevamo sempre intrattenuto ottimi rapporti economici, culturali e turistici.

Ed ora ci mettiamo, forse, a bombardare la Libia con la quale pochissimo tempo fa abbiamo firmato un trattato di ferro col quale ci impegnavamo a non fornire neppure le basi militari per azioni offensive fatte da altri.

Da Metternich a Bonaparte, da Bismark ad Eisenhower ci siamo conquistati sul campo la fama di arlecchini servitori di due o più padroni.

Il tradimento, il doppio gioco, l’pportunismo sono nel nostro Dna tanto che le diplomazie internazionali non ci hanno mai preso, veramente, sul serio e molti hanno anche riso del nostro paese squalificato nel consesso mondiale.



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