Armi scomparse, all’orizzonte appaiono i traffici internazionali degli anni 90. Interrogazioni parlamentari sarde e nazionali

Creato il 21 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

Sardegna, sempre più fitto il mistero sulle armi scomparse. Ed infatti il giallo sembra diventare e tingersi di tinte sempre più fosce. I 400 missili, razzi anticarro e katiuscia custoditi nella base della Maddalena, in Sardegna ufficialmente sono spariti e  sulla vicenda c’e’ il segreto di Stato imposto dalla presidenza del Consiglio e l’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Tempio-Pausania, per capire che fine abbia fatto quell’arsenale sequestrato alla Jadran Express nel 1994. Quella nave che transitava nel Mediterraneo, che, secondo  del pentito dell’ndrangheta Francesco Fonti, era una di quelle 30 navi cariche di residui radioattivi affondate. Il pentito, secondo quanto è dato sapere, aveva partecipato a 3 operazioni a largo delle coste calabresi. Il traffico però sembra che non interessasse solo la Calabria ed è molto probabile si tratti di una di quelle navi che poi, aveva segnato il destito di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Molte voci legano le navi alle guerre somale e balcaniche. In questo scenario la Jadran Express bloccata nello Stretto di Otranto nel ’94, era fondamentale infatti Fonti aveva dichiarato : “Le armi erano 75 casse di kalashnikov, 25 casse di munizioni e 30 di mitragliette Uzi. All’inizio del 1993 furono caricate in Ucraina, dalla fabbrica “Ukrespets Export”, a Odessa, a bordo della nave Jadran Express che batteva bandiera maltese, affittata per mio conto….. La Jadran Express fece scalo a Trieste, dove le armi furono quindi caricate su 2 camion e trasferite nel porto di La Spezia, luogo in cui furono trasbordate dentro un capannone portuale, in attesa di essere reimbarcate sulla nave Mohamuud Harbi”. In tutto questo marasma poi appariva la nave Lucina dove furono uccisi 7 uomini dell’equipaggio per far sparire 600 tonnellate di carico. Ma, nella calda estate 2011 è stato lo storico quotidiano cartaceo sardo  ’La Nuova Sardegna’  a scoprire  che ”un ingente carico di materiale bellico, gia’ oggetto di inchieste della magistratura sul traffico internazionale di armi, e’ stato trasferito da depositi sotterranei nell’Isola di Santo Stefano utilizzando navi passeggeri della Saremar e della Tirrenia, dalla Sardegna a Civitavecchia”. Un carico di armi custodito per 17 anni nei sotterranei della marina militare e, sembra, trasportato su navi di linea dalla Sardegna a Civitavecchia. Su una agenzia stampa leggiamo il sunto di una  interrogazione i consiglieri regionali della Sardegna del gruppo Sel-Comunistas-Indipendentistas, Claudia Zuncheddu, Luciano Uras, Raduan Ben Amara, Giorgio Cugusi e Carlo Sechi: ”L’enorme carico di armi  fu sequestrato nel 1994 nel Mediterraneo, perche’ destinato a rifornire il traffico clandestino di materiale bellico, e conta 30mila fucili d’assalto Ak, 47.150.000 caricatori, 32 milioni di proiettili in calibro 7,62×33,5 mila Bm 21 da 122 mm, 50 lanciatori e 400 razzi anticarro Rpg”. Surfando tra le pagine della rete troviamo un’altra nota interessante ”La questione dell’opposizione del “segreto di Stato” da parte del Premier alle indagini della Procura sulla vicenda dell’arsenale trasportato a bordo di un traghetto civile dalla Sardegna al porto di Civitavecchia va chiarita nelle competenti sedi parlamentari. Lo chiede in una interrogazione diretta al Presidente del Consiglio dei ministri il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm). ” C’è anche un altro  gruppo di deputati che ha depositato una ‘interrogazione parlamentare ai ministri della Difesa e degli Esteri circa un carico di armi partito a bordo di un traghetto dall’Italia e probabilmente destinato ai ribelli libici del Cnt. “Ci chiediamo se sia una procedura normale e se sia stata messa a rischio l’incolumità dei passeggeri”, ha spiegato all’agenzia di stampa Misna uno dei firmatari dell’interrogazione, Giulio Calvisi (Pd).Secondo quanto riportato dall’agenzia Misna, che cita la tesi di Francesco Vignarca dellaRete Disarmo, le armi trasferite sarebbero parte di un carico intercettato nel 1994 e destinato alla Croazia. Un bel mistero che si spera troverà qualche risoluzione al più presto.

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