Trama
Una notte di primavera un’auto cammina a fari spenti sulla riva dell’Arno. Scendono in tre. Aprono il bagagliaio, tirano fuori il corpo di una donna e lo lasciano scivolare nel fiume.
La mattina dopo il figlio dell’assessore e candidato numero uno alla carica di Presidente della Regione Toscana, rientra all’alba con le scarpe sporche di fango. Nello stesso momento due genitori denunciano alla polizia la scomparsa della figlia: Chiara Volpatti.
14 anni e un “posto per piangere”. Uno di quei posti dove a nessuno è consentito di entrare. Uno di quelli dove starsene da soli a soffrire in silenzio. A 14 anni ci si può ancora illudere che basti a proteggere dal mondo. Il posto per piangere di Chiara è una panchina nel Giardino della Fortezza da Basso, a Firenze. È lì che si pensa subito di cercarla.
Ma Chiara non c’è. Viene ritrovata cadavere
pochi giorni dopo, alla base di uno dei piloni di Ponte alla Vittoria. Insieme a tutte le domande che porta con sé. Alla ricerca delle risposte il commissario Franco Mezzanotte, che da bambino nell’Arno ci faceva il bagno, e il suo uomo più fidato Simòn Renoir, che del fiume cerca di cogliere ogni sfumatura di colore. Entrambi sanno che è lui il vero padrone.
Lui che divide Firenze in due e separa i buoni dai cattivi, i peccati dai peccatori.
In una città dove perfino l’arte e l’amore stentano a trovare la loro dimensione, l’indagine di Simòn e Mezzanotte li porterà a capire che la verità può costare cara. E che, a volte, le domande hanno le peggiori risposte.
Recensione a cura di Alessandro Noseda
Stanotte, riponendo sul comodino Arnoamaro di Simone Togneri, mi è nata spontanea la domanda che vorrei porvi: come mai, secondo voi, con tanti bravissimi scrittori italiani corriamo sempre in libreria ad acquistare i libri di giallisti stranieri? È la nostra esterofila innata? È perché sono più forti nel marketing? Colpa degli Editori? È perché le grandi catene di librerie hanno accordi commerciali con le Major? Non lo so. A voi l’ardua sentenza.
Quello che invece posso dirvi, con la schiettezza che ormai conoscete, è che Togneri ha fatto proprio un ottimo lavoro. Senza svelarvi la trama, che sarebbe cosa odiosa, vi consiglio di leggerlo: non vi deluderà. Un libro che unisce sapientemente gli ingredienti del giallo classico, nella prima parte, e del legal-thriller, nella seconda. Interessante l’aspetto investigativo, con la sovrapposizione imprevista di due indagini. Piacevole la scoperta dei protagonisti, Simòn e Mezzanotte, che nelle 230 pagine si presentano al pubblico. Il poliziotto di esperienza, con un errore che non si perdona alle spalle, ed il suo braccio destro, giovane pittore in erba, che vive nel confronto a distanza col talentuoso fratello, caduto in disgrazia e con la propria famiglia, un continuo conflitto interiore. Il tutto, mantenendo i toni ed il ritmo consoni ad un giallo, senza appesantire la lettura né travisandone la missione.
Un cenno al setting. Chi ama Firenze non potrà non apprezzare di trovarsi tra monumenti, vie, palazzi, scorci e panorami della stupenda città e delle superbe colline che la coronano.
Plauso, infine, all’Editore, molto attento nello scouting di nuove voci, che ha per primo creduto in questo romanzo, dandoci la possibilità di scoprire un autore di cui sentiremo ancora parlare.
Buona lettura!
Dettagli
- Copertina rigida: 240 pagine
- Editore: Frilli (11 novembre 2013)
- Collana: Tascabili. Noir
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8875639248
- ISBN-13: 978-8875639242