I.i colori dell’inverno (esegesi)
si tratta un percorso all’inverso: come nella più solida tradizione del giornalismo d’inchiesta si traccia un profilo attuale del personaggio, storicamente preciso, fattivamente rilevante, analiticamente dettagliato- fino ad arrivare alle cause originarie, a quel primario trauma che ha reso Aro quello che ora è: un carcerato, condannato a morte.
II. i giochi in cantina (infanzia ungherese)
è tutto legato allo strettissimo rapporto che Aro teneva con la gemella Selma. cresciuto lontano dalla città, in una grande tenuta nella campagna ungherese, in compagnia solo della sorellina, della levatrice e del padre. ecco, forse tutto si può spiegare con il reiterato assenteismo paterno: la sua sfuggente figura, innamorata follemente della consorte deceduta dando alla luce la coppia di gemelli; le distorsioni che la giovane mente di Aro costruisce su di lui sono il nocciolo della sua psicosi. l’incesto delicato e, in qualche modo, estremamente romantico tra i due fratelli, ne è la deriva primaria: il più naturale e genuino ovviare a quell’alienazione, a quella solitudine e privazione. la piromania di Aro è forse un modo per esorcizzare i suoi incubi? oppure un modus nostalgico, tragicamente anti-umano, di rievocare le poche (uniche) immagini della sua felicitià?
titolo originale: Aro Tolbukhin: en la mente del asesinoun film di Isaac-Pierre Racine, Agustì Villaronga & Lydia Zimmermann2002