“Abbiamo lavorato due settimane per preparare questo evento” spiega Cristina Pasquino della squadra organizzativa, “considerando ovviamente la messa a punto delle prese per scalare, la pulizia, il lavaggio e le tracciature dell’ultima settimana, concluse venerdì sera alle 23”. Indubbiamente un grande impegno, ripagato da un’ottima risposta in termini di iscrizioni: “la gara è durata tutto il giorno, dalle qualificazioni del mattino fino alle finali della sera, accompagnate dal buffet, dall’intervento degli sponsor e dalla musica. Si sono cimentati anche piccoli agonisti di età compresa tra 6 e 10 anni, per i quali abbiamo tracciato blocchi meno impegnativi”.
Più forza e meno resistenza, niente corde bensì materassi per cadere sul morbido; ecco il bouldering. I climber sono praticamente tutti d’accordo su come affrontare un blocco: “prima di tutto si deve osservare la parete e immaginare il percorso da seguire per completarla. Poi si comincia a salire, i movimenti possono cambiare rispetto a quello che si era previsto ma è importante partire con un’idea iniziale. Se il boulder è complicato è bene conoscerlo per gradi con qualche tentativo di prova”.
Tra le quattro tappe (su sei totali) accolte dalla città sabauda, la Torino Climbing Challenge non poteva non passare dal Cus Torino, che da ormai 10 anni offre anche l’arrampicata tra le sue numerose discipline sportive. “Siamo nati in questa palestra di via Braccini nel 2004” spiega il responsabile della sezione Diego La Porta, “il muro di boulders era più piccolo ma nel tempo siamo cresciuti. Qui accanto c’è un’altra struttura per le specialità speed e lead (velocità e corda), con i suoi circa 20 metri una delle più alte in Italia”. Iscriversi è semplice e costa poco, grazie alle sovvenzioni di regione e università: “per praticare l’arrampicata bisogna tesserarsi alla federazione. Qui abbiamo un settore agonistico che conta una trentina di atleti tra i 6 e i 30 anni; ma considerando gli amatori, divisi nei vari corsi e seguiti dai nostri tecnici, arriviamo a 400 iscritti”.
Luca Bianco
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