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[Ar]Resi

Creato il 23 gennaio 2013 da Pedroelrey

L’industria dell’informazione, come noto, sta attraversando quella che probabilmente è la sua più grave crisi da Gutenberg ai giorni nostri. L’Italia non fa eccezione.

In questo desolante quadro complessivo i giornali di carta stampata soffrono con vendite in calo costante da anni ed i costi di stampa e distribuzione hanno un’incidenza pesante sui traballanti conti degli editori del nostro Paese.

Partendo dai dati ADS dei quotidiani per il mese di novembre 2012, ultimo dato disponibile diffuso pochi giorni fa, sono andato a verificare l’incidenza delle rese sulla “pagata”, sulle copie vendute in edicola e gli abbonamenti a pagamento.

Per i 15 quotidiani presi in considerazione l’incidenza media si assesta al 50,4% con picchi sino al 230% [ovvero per ogni copia venduta ne vengono rese più di due]. L’incidenza delle rese sembra essere influenzata da tre fattori: dimensione delle vendite, come mostrano i dati di «L’Unità» e «Il Manifesto», distribuzione nazionale o locale, vedasi «Il Messaggero» e «Il Resto del Carlino»  e ovviamente la forte incidenza degli abbonamenti sul totale delle vendite come nel caso di «L’Avvenire» ed «Il Sole24Ore» [per i dettagli vd. tabella a fondo articolo].

Incidenze Rese su Pagata

LA soluzione, di cui ho sottolineato l’importanza così tante volte da averne a noia, è tanto semplice quanto sinora inapplicata, si chiama informatizzazione delle edicole.

L’informatizzazione delle edicole consentirebbe all’editore di conoscere in tempo reale il venduto per ciascun punto vendita garantendo ottimizzazione del costo delle rese, l’attenuazione [o scomparsa] delle micro rotture di stock che paradossalmente caratterizzano le pubblicazioni alto vendenti, efficientando nel complesso il sistema e consentendo un saving che stimo possa avere percentualmente un’incidenza a doppia cifra. Saving che, come insegna il manualetto della casalinga di Voghera, andrebbe immediatamente ad impattare sull’ultima riga del conto economico: quella dei ricavi.

Sono due gli attori che, è ormai lapalissiano, “remano contro” l’informatizzazione delle edicole. Alcuni tra gli editori stessi che evidentemente non hanno interesse ad una effettiva tracciabilità delle vendite che porterebbe qallo scoperto come i dati dichiarati siano gonfiati e, ancor più, i distributori locali vero anello debole della filiera.

I distributori locali guadagnano, anche, su quanto trasportano e sulla lavorazione delle rese, non sono dunque legati esclusivamente alle vendite come invece è il caso di editori, che però, come sappiamo, hanno ricavi significativi –  seppur calanti – anche dalla vendita di spazi pubblicitari, e edicolanti, che invece vivono solo di quello.

Un distributore locale è responsabile della ” buona distribuzione “, per poter operare correttamente deve avere le statistiche di vendita, solo basandosi sullo storico delle vendite potrà affinare le forniture limitando l’inutile esposizione finanziaria imposta al rivenditore, al giornalaio. Ma il distributore locale non ha interesse alcuno in tal senso, anzi. Oltre a quanto soprariportato, i DL hanno interesse a caricare i punti vendita così da avere un vantaggio finanziario con l’edicolante che genera cassa per loro, non è un caso che anche le circa 5mila edicole attualmente informatizzate [con due applicativi distinti di cui - Inforiv - "creato" da FIEG] abbiano in dotazione un software che dialoga solo con il distributore locale che poi provvede a trasmettere i dati ["aggiustati" ad hoc?] a distributori nazionali e editori.

Inoltre questa procedura è possibile solo con le pubblicazioni che hanno già un discreto numero di uscite, non ci possono essere statistiche di vendita se non dopo almeno quattro o cinque numeri distribuiti. Aspetto che evidentemente penalizza le nuove testate e rende impossibili nuove iniziative.

Credo sia indubbio che editori, i molti che sono certo vogliono lavorare “onestamente”, e rivendite hanno un interesse comune nel procedere con la massima sollecitudine all’informatizzazione delle edicole. Credo che questo processo debba essere implementato anche in un’ottica di possibile rinascita di una collaborazione tra editori e rivendite che apporterebbe indubbi vantaggi ad entrambi.

Oltre ai fattori evidenziati infatti, come, ancora una volta, ho sottolineato a più riprese, l’informatizzazione delle edicole agevola la possibilità di sondaggi, di ricerche su argomenti ad hoc e favorisce l’implementazione di servizi a partire, per citarne almeno uno, dalla raccolta di dati sul lettore, attraverso delle card, sia mono editore che pluri editore, sulla falsariga di quelle da tempo utilizzate dalla grande distribuzione organizzata, che consentano di profilare l’offerta editoriale e pubblicitaria, che permettano di raccogliere informazioni sul lettore ed avviare programmi di fidelizzazione nel canale edicole.

L’informatizzazione delle edicole consente, termine in voga, di disintermediare l’intermediazione, fare rete per dare voce, corpo e sostanza ai concetti sopra riportati e a tutti quelli che è possibile aggiungere.

Ora o mai più.

Incidenza Rese Valori Asssoluti

Se voleste approfondire ulteriormente, consiglio l’intervista rilasciata dal Segretario Nazionale del Si.Na.G.I. [Sindacato Nazionale Giornalai d'Italia] a Ciao Radio TV pochi giorni fa in  occasione delle proteste che hanno avuto luogo a Bologna proprio su questi aspetti.


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