Arrestato Cosimo Alvaro, il Pelliccia, capo del clan della Piana di Gioia Tauro

Creato il 14 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

E’ stato arrestato qualche ora fa  Cosimo Alvaro, capo dell’omonimo clan di ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro inserito nella lista del ministero dell’Interno dei 30 latitanti più pericolosi. Lo leggiamo nella rassegna stampa della Polizia di Stato. Cosimo Alvaro, alias ”Pelliccia” nato a Sinopoli (RC) il 25.04.1964, è  ricercato da oltre un anno. L’ndranghetista è stato arrestato mentre  si nascondeva in un casolare sito in contrada Cirello di Rizziconi (RC). All’atto dell’irruzione, avvenuta alle ore 5 della mattina, il latitante non ha opposto resistenza . Il suo arresto era stato disposto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Meta”, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, che ha fatto luce sui legami tra ‘ndrangheta e politica nel comprensorio del capoluogo calabrese.

Alvaro è accusato di associazione di tipo mafioso e armata, estorsione e intestazione fittizia di beni. Oltre ad Alvaro, fa sapere la polizia in un comunicato, è stato arrestato anche il favoreggiatore Rocco Restuccia.

L’arresto di Alvaro e’ frutto di un’operazione congiunta eseguita dalla squadra mobile di Reggio Calabria e dai commissariati di Gioia Tauro e Palmi.  Cosimo Alvaro e’ considerato un elemento di primissimo piano nel panorama criminale della ‘Ndrangheta calabrese, poiche’ inserito a pieno titolo nella potente cosca degli Alvaro, operante nel territorio di Sinopoli (RC) con diramazioni internazionali, consorteria che, negli anni, e’ stata oggetto di importanti indagini di Polizia, come le operazioni ”Prima”, ”Smirne”, ”Paiechi”, ”Meta” e, da ultimo, ”Crimine”.

Dopo la morte del vecchio patriarca Domenico Alvaro suo figlio Cosimo aveva preso il suo posto al timone della cosca, dedita al controllo degli appalti sul territorio di Reggio Calabria ed al traffico internazionale di stupefacenti. Le complesse indagini hanno permesso di accertare come avesse sviluppato reciprocita’ relazionali e criminali con i principali esponenti delle cosche del capoluogo organizzando e dirigendo le attivita’ criminali della famiglia di Sinopoli dal suo ”ufficio” all’interno della casa di riposo ”Villa Speranza” diReggio Calabria, acquisita fittiziamente e poi sottoposta a sequestro preventivo.

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