Un mondo senza denaro
di Robert Kurz
Il pensiero utopico ha sempre giocato con l’idea di abolire il denaro. Generalmente, ad ogni modo, tale ragionamento non è stato all’altezza del suo obiettivo poiché il denaro è soltanto il fenomeno in superficie di una determinata forma sociale. Il denaro, secondo Marx, è l'apparenza di un’essenza sociale, che è il “lavoro astratto”, e del valore (la valorizzazione del valore). Qualsiasi tentativo di abolire solo la manifestazione superficiale, senza toccare la fondamentale struttura soggiacente, causerà disgrazia piuttosto che liberazione. Vale a dire che se, in una società produttrice di merci, il denaro viene spogliato della sua funzione regolatrice, abolendolo, al suo posto può sorgere solo una burocrazia totalitaria. Nella storia recente, sotto il regime di Pol Pot, le conseguenze più atroci di un tale progetto sono divenute realtà; anche i regimi nazionali in via di sviluppo, socialisti ed a capitalismo di stato, hanno mostrato ugualmente alcune di queste caratteristiche. Altri approcci all’abolizione del denaro, come i circuiti del baratto, hanno dovuto rinunciare ai vantaggi delle società altamente integrate. Inoltre, sono stati costretti ad emettere surrogati del denaro ("buoni di servizio" ecc.) e alla fine hanno fallito, come nel caso dell’Argentina.
In generale, a quanto pare, l’energia utopica va comunque ad esaurirsi. Sotto il regno globale del radicalismo economico neoliberale, la soggettività del denaro è diventata indiscutibile, come mai prima, persino nelle baraccopoli. Paradossalmente, tuttavia, è lo stesso capitalismo che comincia ora ad abolire il denaro in quanto forma generale di mediazione sociale. E non solo nel senso superficiale, tecnologico, per cui le banconote vengono rimpiazzate da transazioni immateriali elettroniche, e scambi monetari basati su internet (“electronic banking”), così come era avvenuto in passato, quando le banconote avevano sostituito i metalli preziosi. Piuttosto, bisogna considerare come, in seguito alla crisi della terza rivoluzione industriale microelettronica, sempre più persone non sono in grado di partecipare all'economia monetaria generale. In quelle regioni economiche disconnesse dall’economia mondiale, la circolazione del denaro si riduce drammaticamente. Può succedere che, nelle regioni rurali del Brasile, la metà dei residenti di un villaggio devono essere chiamati per aiutare un negoziante locale affinché questi possa cambiare una banconota, mai vista prima, da venti euro. La metà dei sudafricani adulti non ha conti bancari. Due miliardi e 800 milioni di esseri umani, quasi la metà dell’umanità, dispongono di meno di due dollari al giorno.
Da lungo tempo, questa tendenza ha cominciato ad estendersi anche al mondo occidentale. Negli Stati Uniti sempre più lavoratori a tempo pieno cadono al di sotto della soglia di povertà, mentre, allo stesso tempo, tutti quelli che pagano in contanti, piuttosto che con la carta di credito, vengono considerati individui sospetti. In quel paese, come tutti sanno, le banche aprono con riluttanza un conto corrente alle persone che usufruiscono degli aiuti sociali. In molti paesi occidentali si diffonde un nuovo fenomeno di massa: coloro che non hanno un conto in banca il più delle volte non hanno nemmeno l’assistenza sanitaria, né il telefono, per non parlare di Internet. Nei discount, le persone calcolano le loro “decisioni di acquisto” esattamente al centesimo. Nel bel mezzo di un’economia monetaria, in apparenza completamente elettronica, una parte sempre più grande della società non ha accesso ai mezzi di pagamento si “smonetizza”. Le gigantesche bolle di debito corrispondono ad un’“economia del centesimo” sempre più in aumento.
Nel dibattito pubblico, di questa dimensione della crisi monetaria, che è in realtà una crisi del “lavoro astratto”, non si parla. L’amministrazione capitalista della crisi, invece, reagisce alla riduzione della circolazione generale del denaro in un modo che non è molto differente da quello dei primi regimi a capitalismo di stato dell’utopia totalitaria: per mezzo di abusi burocratici nei confronti delle persone involontariamente “smonetarizzate”.
Allo stesso tempo, invece di portare avanti una critica emancipatrice nei confronti del sistema, e in un clima di angoscia per quanto riguarda i mezzi di pagamento, si assiste alla nascita di ideologie, razziste ed antisemite, che parlano di denaro "buono ed onesto" in cambio di lavoro "buono ed onesto".
Chi avrebbe mai pensato che il capitalismo potesse diventare un'utopia negativa!?!
Robert Kurz
fonte: Ozio Produttivo