Ogni libro ha la sua storia. Ciascuno nasce da un’idea, spesso da un incontro, sovente da un progetto.
La genesi di un libro è già narrazione, prima ancora della messa in atto del racconto di cui esso si fa portatore.
Ma non tutte le origini sono uguali, ce ne sono di speciali.
Ne esistono alcune dalle quali vale la pena di partire quando ci si accinge a parlare di quell’opera in particolare, traendo questa dalla sua storia parte del suo significato.
E’ indubbiamente questo il caso di “Arriva il gatto!”, splendido albo appena edito dalla casa editrice Orecchio Acerbo, sempre impegnata nella ricerca e nella pubblicazione di lavori caratterizzati da una grande originalità e da un’impeccabile, intensa ed artistica, cura grafica.
Era il 1986 quando, ad un convegno sull’editoria per l’infanzia, si incontrarono Frank Asch e Vladimir Vagin, il primo scrittore americano, il secondo fine illustratore russo.
Il muro di Berlino non era ancora caduto e la guerra fredda tra Stati uniti e Unione Sovietica ancora divideva mondo e animi.
E’ comprensibili quindi quanto la decisione dei due di dare vita ad un libro per bambini che portasse la firma di entrambi e che li vedesse impegnati in una fitta e proficua collaborazione fosse, già di per sé, gesto simbolico e rivoluzionario.
Ancor più la scelta – mantenuta nella recentissima edizione italiana – di scrivere in doppia lingua – inglese e russa (nel nostro caso con l’aggiunta di una terza, l’italiano) – il, seppure brevissimo – una frase soltanto – testo del libro.
Va da sé che il raffinato, emozionante, divertente e perfino toccante racconto per immagini che risulta dalla non consueta cooperazione diventi nei significati e negli esiti – senza togliere valore all’opera in sé, anzi se possibile aggiungendone – la giusta chiusa e il corretto coronamento di un percorso che già all’origine parla di valori di pace e di superamento dei pregiudizi.
Un invito all’accoglienza di un “nemico” che, seppure dipinto come spaventoso, potrebbe nei fatti non rivelarsi tale ma, all’opposto, manifestarsi come aiuto e risorsa.
E cosa c’è di più contrapposto di gatti e topi? Nemici per antonomasia, inconciliabili per natura, da sempre portati, perfino nei modi di dire, come esempio di contrasto, là dove se ci sono i primi, non c’è alcuno scampo per i secondi.
Immaginiamo quindi un paese, vasto e animato, popolato da soli topolini.
Piccoli roditori antropomorfi, abbigliati di tutto punto, dediti alle più disparate occupazioni – da quelle artistiche e lavorative a quelle ludiche – affollando città, divertendosi sulle spiagge o sgobbando di buona lena nelle campagne.
Una comunità operosa ma serena, una nazione intera si direbbe, con centri popolosi, monti, valli, mari perfino.
Quale minaccia più grande, per questi topini, dell’arrivo imminente, annunciato, di un gatto?
Un membro della comunità, illuminato per un qualche motivo che non ci è dato sapere, si affanna dalla prima pagina ad avvertire tutti i compaesani: “Arriva il gatto!”.
E il lettore non avrà dubbi: si tratta di un grido d’allarme, di un “correte ai ripari”, “si salvi chi può”….il grande nemico è in arrivo!
Riuscirà ad avvisare proprio tutti? Si salveranno infine i poveri topolini?
Per fortuna, dopo qualche pagina, altri roditori si aggiungono all’eroico avanguardista: tutti a gridare come un uomo….ooopppss, pardon, volevo dire come un topo solo: “Arriva il gatto!”, declinato, con ottimo effetto esotico-suggestivo che ben si accorda alle illustrazioni, nelle tre lingue.
Non vi svelerò il finale, la scoperta del quale è parte integrante della magia dell’albo, che nella facciata risolutiva si illumina, letteralmente, e pare fare da specchio al sorriso di delizia e meraviglia che si dipinge sul volto dei lettori, grandi o piccini che siano.Sappiate solo che un primo, unico, piccolo dubbio ad incrinare la mia certezza granitica sulla pericolosità del gatto in arrivo, si è manifestato, timido, alla pagina appena prima: là dove un’ombra baffuta e orecchio-puntuta incombe su una folla di topini che, chissà perché, non fuggono affatto ma si radunano.
Scherzi della paura? Ultimo atto d’unione e orgoglio prima della fine inevitabile? Chissà…
Tanti i piani d’interpretazione possibili: la paura dell’altro può essere declinata facilmente dallo storico al personale, dal sociale all’intimo…
Ma tutti convergono su un punto: quello in cui le accezioni comuni di avversario e di diverso sfumano in altre possibili e il mondo- proprio o universale che sia -, rimescolando le categorie e moltiplicando le possibilità di incontro, davvero può essere cambiato.
Un libro da sfogliare d’un fiato, rapiti da una narrazione priva di parole ma impeccabile.
Per poi tornare, subito dopo, lentamente su ogni pagina, per godere, stavolta con la necessaria attenzione, delle meravigliose illustrazioni.
Piccole miniature dal tratto preciso e deciso, dalle tinte intense ed aggraziate, a dipingere un mondo rigoglioso e vivido, industrioso e pacifico.
Incorniciate su sfondo bianco come piccole istantanee, le eleganti – e allo stesso tempo accessibili – immagini, giocate su luci e ombre e su una ricchezza di inesauribili particolari, conducono armoniosamente alla gioiosa e corale conclusione.
Un altro punto di vista sull’albo sul blog AtlantideKids, cliccando qui.
(età consigliata: dai 4 anni)
Se il libro ti piace, compralo qui: Arriva il gatto! Con poster. Ediz. italiana, russa e inglese