È nato il Museo della Pasta: celebra una delle eccellenze gastronomiche del nostro Paese. Basti pensare che siamo al primo posto al mondo nel consumo di pasta, con una media di circa 30 kg a testa all’anno. Si aggiunge ai musei del circuito sorto per far conoscere i prodotti simbolo del territorio di Parma: Parmigiano Reggiano, Pomodoro, Salame e Prosciutto, e appunto la Pasta. Il nuovo museo della pasta trova collocazione all’interno della stupenda corte agricola medievale di Giarola (Collecchio), a fianco del già esistente Museo del Pomodoro.
Il legame tra la pasta e il territorio è una storia che ha origine nell’Ottocento quando a Parma iniziò l’attività di Barilla. E con Barilla inizia la storia di questo museo che accoglie anche parte degli oggetti e delle macchine che Pietro Barilla aveva cercato, proprio con l’obiettivo di creare una collezione che raccontasse la pasta e l’evoluzione dell’industria ad essa legata.
IL PERCORSO- All’interno del percorso museale trovano spazio testimonianze di inestimabile valore, oggetti unici che rendono molto interessante la visita. La prima sezione è dedicata al grano, alle sue caratteristiche e alle modalità di coltivazione. Presenta modelli, attrezzi antichi e documenti che testimoniano l’evoluzione delle tecniche agricole. La seconda sezione è dedicata alla macinazione, alle varie tipologie di mulino (mulino ad acqua, mulino a ruota orizzontale o a ritrecine, mulino a ruota verticale, mulino fluviale, mulino a vento, mulino a palmenti, macine), con la ricostruzione di un mulino a macine e un moderno mulino a cilindri. La terza sezione riguarda il pane e i prodotti da forno, con aspetti curiosi , come per esempio la parte dedicata alla nascita del grissino.
Si passa poi alla pasta fresca fatta in casa, dove viene raccontata attraverso piccoli attrezzi domestici, l’arte del matterello e la straordinaria varietà della ricchissima collezione di “speronelle”, o rotelle da pasta. La pasta secca è protagonista della quinta sezione: un vero pastificio industriale della metà dell’Ottocento consente al visitatore di comprendere le varie fasi di produzione della pasta secca, con macchinari originali, perfettamente restaurati. Un secondo nucleo di macchine antiche databili alla fine dell’Ottocento mostra le metodiche di produzione in un laboratorio artigianale emiliano del secolo scorso.
E qui non potevano mancare le “capitali” della pasta: Palermo, Genova, Bologna, Napoli, Parma. L’ultima sezione è dedicata alla cultura della pasta, con approfondimenti sulla comunicazione (manifesti, locandine, grafici di fama) sulla gastronomia (storia dello scolapasta, abbinamenti ideali tra formati e condimenti delle varie regioni d’Italia), sulla pasta nell’arte e nella cultura (dai dipinti ai francobolli). Mentre chiude il ricco percorso espositivo uno sguardo sulla corretta alimentazione (nutrizione, stili di vita, sostenibilità ambientale).
1837 NASCE LA PASTA INDUSTRIALE - Nel Museo è esposto il più antico campione di pasta industriale datato 1837 e un intero e originale pastificio della metà ’800 perfettamente restaurato grazie al contributo volontario dell’Associazione delle Medaglie d’Oro Barilla e qui ricollocato. L’inaugurazione è stata inoltre l’occasione per ringraziare le molte istituzioni e le persone che hanno sostenuto e contribuito alla nascita del Museo: la Provincia di Parma, il Comune di Collecchio, l’Ente di gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia Occidentale, Agugiaro & Figna, Barilla G. & R. F.lli e Storci.
Il Museo della Pasta (presso la Corte di Giarola, Strada Giarola, 11 , a Collecchio, 12 km da Parma) è a aperto al pubblico sabato e domenica dalle 10 alle 18 e da lunedì a venerdì su prenotazione per gruppi ( prezzo del biglietto 4 euro).
Visite guidate su prenotazione ( E-mail:[email protected] ). Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.museidelcibo.it).