‘Nutrimi 2012′, il Forum internazionale di nutrizione pratica dedicato ai professionisti dell’alimentazione e della salute, Milano: presentata la nuova “etichetta ambientale“. L’etichetta ambientale fornirà tutte le indicazioni necessari ad un consumo sostenibile e consapevole. L’impatto che il ciclo di vita -”dalla culla alla tomba” – di un’insalata, di uno yogurt, di un piatto di pasta o di qualsiasi altro alimento ha in termini di consumi e di inquinamento, ma anche il danno alla biodiversità, danno riferito alle tre macrocategorie, acqua aria e suolo. Un importo con peso sulla coscienza. Un prezzo che prima o poi si doveva pagare.
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Alla futura ‘etichetta ambientale’ stanno lavorando i ricercatori dell’Istituto di chimica agraria e ambientale dell’università Cattolica e del Sacro Cuore di Piacenza con altri esperti di Sprim, la società di consulenza focalizzata su salute e ambiente. Questa etichetta ambientale, da molti molto attesa già da anni, per non dire decenni, mostrerà la percentuale calcolata sull’impatto ambientale medio quotidiano di un cittadino europeo che consuma l’alimento in questione. Prezzo ambientale in cui considerare agricoltura, produzione delle materie prime, fase di trasformazione, packaging, trasporti da un punto all’altro della filiera, l’eventuale cottura nel caso degli alimenti, fino addirittura allo smaltimento di quello che resta. Un calcolo ‘all inclusive’ del prodotto, proprio per un consumo consapevole. Dopo di che dipenderà solo dal consumatore decidere di inquinare o meno, di mangiare eco o meno. Ognuno sarà l’artefice del proprio destino e lo dovrà essere pubblicamente.
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