arriva la parte bella. siccome sono un tipo molto logorroico e a cui piace piangersi addosso, l’ho tenuta per ultima:
LO SBARCO!
di per sè viaggiare a bordo di una nave non è malaccio, se non fosse che per forza di cose ti ritrovi in uno spazio troppo stretto e con un panorama che è si bello, ma che dopo un po’ viene a noia. dopotutto, è un’immensa distesa d’acqua, e dei delfini a prua che mostrano in Titanic, nemmeno l’ombra.
a me piace camminare. sono un perfetto bastian contrario: mi piace il caldo e non la luce. mi piace l’estate e i vestiti coprenti. mi piace il mare non per abbronzarmi, ma per nuotare (sacrilegio!) detesto lo sport ma adoro fare movimento, cioè camminare senza nessuna destinazione.
sono una camminatrice. quando facevo il tirocinio a milano mi facevo la bellezza di cinque isolati a piedi invece di aspettare il tram. a meno che non piovesse,ovvio. io e il camminare di buon passo siamo vecchi amici. ragion per cui non stavo più nella pelle dal desiderio di sbarcare. addio odiosi abiti fluttuanti, bentornati jeans al ginocchio, maglietta oversize e zainetto di due tonnellate contente lo stretto superfluo,mai l’indispensabile.
sbarcare da una nave da crociera assomiglia un po’ a un’aministia: i carcerati si affollano e buttano giù le barricate. una rapida scorsa ai prezzi e capimmo che le visite guidate potevamo scordarcele. lungi da noi voler essere rapinate ancora di più, sciamo scese, e immediatamente è saltato all’occhio che cercare di visitare una città con il solo ausilio di una mappa, senza aver pagato il riscatto, era cosa proibita.
in cinque tra responsabili e animatori cercano di spingerci a spallate verso gli autobus. nicchiamo, rifiutiamo, fuggiamo. ci indicano la strada sbagliata e infine richiamano sostenendo che la strada è troppa per arrivare in città e ci fanno salire a bordo, con la promessa di rilasciarci nell’abitato. ovviamente, il biglietto va pagato. non vi dico quant’era.
arriviamo in città arrabbiate come iene perchè siamo state fregate. la distanza era si e no un chilometro o poco più, di tranquillissima strada portuale. forse non il massimo del panorama, ma più che praticabile. al ritorno,testarde, ce la facciamo a piedi.