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Arriva un nuovo Fiscal Compact

Creato il 07 giugno 2013 da Capiredavverolacrisi @Capiredavvero

In un recente articolo abbiamo scritto di come le politiche economiche adottate dall’UE ed imposte ai propri Stati membri ricordino pericolosamente la tesi sostenuta dalla giornalista Naomi Klein nel suo libro “Shock Economy”, come imposizione delle logiche neoliberiste. Verso la fine dell’articolo, in particolare, ci siamo concentrati sulla profonda critica verso il Fiscal Compact espressa da un gruppo di economisti in un libro pubblicato recentemente.

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Terra delle Lobby

Il 18 marzo di quest’anno si è svolto un incontro, passato inosservato ai più, che ha visto come partecipanti la Cancelliera Angela Merkel, il Presidente Francois Hollande e il Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso. I tre reggenti effettivi dell’UE si sono incontrati con  l’European Roundtable of Industrialists (ERT), una potente lobby che riunisce i vertici di tutte le maggiori imprese transazionali che operano in Europa. Il tema portante di quest’incontro era la competitività, o meglio, il suo rilancio, mantra ormai onnipresente nelle varie spiegazioni che si danno alla crisi economica che ha investito molti Paesi dell’UE.

È purtroppo doveroso e desolante sottolineare come in un momento di grave difficoltà come questo, solo le voci di pochi interessati vengono prese in considerazione.

Mentre i vertici delle più importanti multinazionali hanno possibilità di far sentire la loro voce direttamente ai tre leader politici più importanti dell’Unione, le richieste di soluzioni per il lavoro, di cambiamento o di allentamento della morsa dell’austerità rilanciate non solo da governi degli Stati membri, ma anche da alcuni Parlamentari Europei e da migliaia e migliaia di cittadini, vengano matematicamente ignorate, marginalizzate e minimizzate dietro a studi e calcoli spesso rivelatisi fallaci.

Secondo il gruppo di ricerca indipendente Corporate Europe Observatory, che ha svelato la natura dell’incontro, l’iniziativa per l’organizzazione del meeting è stata presa da Angela Merkel che in una serie di mail inviate al capo di gabinetto di Barroso, Johannes Laitenberger, insisteva sulla necessità di pianificare l’incontro. Il progetto ha iniziato a prendere forma nel mese di gennaio, quando al World Economic Forum di Davos, la Cancelliera stessa aveva avanzato un “Competitiveness Compact”, un patto per la competitività, in cui gli Stati membri dovrebbero stipulare accordi con la Commissione europea, in cui si impegnano a migliorare gli elementi della loro competitività, che non sono ancora al “livello richiesto”.

L’idea di fondo è la stessa del Fiscal Compact, con incentivi finanziari per gli Stati membri come premi di conformità; Angela Merkel ha sottolineato come gli Stati abbiano bisogno di “pressioni” per le “riforme strutturali”, suggerendo di ricalcare la strada intrapresa dalla Germania con la riforma del lavoro Hartz4, che è da molti considerata la causa principale della diminuzione o stagnazione dei salari dei lavoratori tedeschi negli ultimi decenni.

Naturalmente l’ERT non ha partecipato passivamente all’incontro ma ha avanzato le proprie proposte per: “Il ripristino della competitività, della crescita e dell’occupazione in Europa”, come titola il documento presentato. L’agenda delle grosse multinazionali tocca vari punti tra cui stato sociale, diritti dei lavoratori ed ambiente. Il primo riguarda il raggiungimento definitivo del mercato unico, che, inutile sottolinearlo, andrebbe tutto a vantaggio delle grandi aziende, mentre le alternative locali e le piccole imprese, come i loro lavoratori, senza protezione saranno destinate a fallire. Per quanto riguarda l’ambiente il documento si concentra sulle fonti d’energia, richiedendo molto candidamente, energia a basso costo per le multinazionali e l’invito a : “Tenere tutte le opzioni energetiche aperte, compreso il gas di scisto e olio”.

Ma il punto principale di tutto il documento, il perno attorno a cui gira tutta la riforma riguarda il mercato del lavoro; l’ERT richiede una: “modernizzazione delle misure della tutela del lavoro compresa la riduzione della ridondanza dei termini di preavviso e indennità di licenziamento in cambio di formazione per i nuovi posti di lavoro”, che in parole povere significa meno protezione e servizi sociali in cambio di corsi, elementi già presenti nel sistema tedesco Hartz4. La seconda richiesta:

“collegamento evoluzione salariale a miglioramenti di produttività, competitività internazionale e le prestazioni individuali.”, riguarda il superamento della contrattazione collettiva, mettendo in relazione l’evoluzione dei salari alle esigenze di business, invece di esiti di contratti collettivi. Questa misura, che tra i suoi parametri include la competitività internazionale (con la Cina?), tende a premiare le performance individuali dei lavoratori, mettendoli praticamente in competizione l’uno con l’altro e minando la solidarietà tra di essi; è la logica del vivere per lavorare.

Come purtroppo spesso accade, decisioni che influenzeranno le vite di milioni di cittadini e di lavoratori, vengono prese in stanze chiuse, dove l’influenza delle lobby s’incontra con le limitate scelte di politica economica effettuate dai leader europei. Come il Fiscal Compact molto probabilmente anche questo “Compact” passerà, nell’inconsapevolezza generale dei nostri politici che lo ratificano, dei nostri media  che lo presenteranno come un passo in avanti per uscire dalla crisi ed infine dei cittadini, che sono rimasti, ancora una volta, fuori dalla stanza delle decisioni.


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