Arrivano, i barbari.
Sono spuntate branchie dietro le loro orecchie e all’inizio hanno fatto che coprirle.
Ma poi non sono riusciti a nascondere gli effetti della mutazione.
E sono diventati quello che sono.
Loro, i barbari, si sono chiesti se sia possibile raccogliere il senso più profondo della vita in altro modo.
Non scendono in profondità delle cose, ma schizzano da un punto di energia a un altro sulla pelle del mondo.
Alla continua, ossessionante ricerca di fare esperienza.
E in nome dell’esperienza i barbari sono in grado di sacrificare ogni cosa.
Emozioni, cibo, casa, amici, riposo, anima.
Del resto sono barbari.
Non c’è apparente logica nei loro movimenti perché non seguono obiettivi.
Il loro movimento è obiettivo.
Non cercano esperienza.
Loro diventano esperienza.
Sono temuti, i barbari.
Dicono siano capaci di sconquassare il senso ordinario delle cose.
PS: primo post dopo la pausa estiva.
Mi piaceva cominciare con l’immagine di questi barbari che corrono verso la città.
Bentornati.
Inspirato da i Barbari di Alessandro Baricco