Magazine Diario personale

E poi la vita risponde

Da Nataliapazzaglia
E poi la vita risponde


“Si arriva sempre dove ci stanno aspettando”

L’ho letto in un libro, prima di partire.Ora che cammino la sera tornando a casa, lontana da casa, comincio a capire il senso di questa attesa silenziosa, di questo ritorno nascosto. Guardo le case, le corone di Natale alle porte, le luci accese e le candele alle finestre, e una parte di me pensa sia una film, l’altra sorride capendo che sembra esserci un posto, anche per me.
Possibilità e difficoltà, la paura di cadere e la voglia di volare alto. Biglietti da visita, crostate, palestre e happy hour, nuovi sorrisi e vecchie abitudini. Tessere con pazienza una rete di relazioni, e riempirsi di gioia quando la si trova salda, pronta a sorreggerti quando non riesci a navigare da solo, ad indicarti la strada con un sorriso, un abbraccio, una parola gentile, non importa in che lingua.Il mondo dentro e la realtà di fuori, avvilupparsi nel proprio destino e allargare lo sguardo all’infinito. Sfiorare in silenzio il frastuono delle preoccupazioni e imparare a suonare la propria musica, anche se talvolta è più fragile di una lacrima. Sognare o imparare a svegliarsi, accettare di vivere al riparo o scendere a patti col mondo.Aprire gli occhi e guardarlo in faccia, il mondo, per capire che ci ha dato gli strumenti, e il nostro posto va “solo” costruito.
  
“Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni.E poi la vita risponde”[1].
Il libro, alla fine, non l’ho messo in valigia: ho deciso che la mia storia volevo scriverla io.


[1] Alessandro Baricco, Castelli di Rabbia        


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