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Arsenale di Pavia. Un dibattito da mantenere caldo

Creato il 19 aprile 2014 da Brizigrafo @brizigrafo
Arsenale di Pavia. Un dibattito da mantenere caldo La sera del 16 aprile al collegio Valla si è tenuto un incontro organizzato dall'Arsenale Creativo (chi è di Pavia sa di che si parla).
Il fatto che un gruppo di giovani si impegni per la salvaguardia di una vasta zona centrale di Pavia adiacente al Ticino dove sorgeva, su un'area di 150mila metri quadrati, lo Stabilimento del Genio militare sembra degno d'attenzione nel plumbeo grigiore della politica pavese.
La sorpresa positiva è stata una folta partecipazione di pubblico (raccogliere centocinquanta-duecento persone in questa città per un appuntamento di tal fatta è un successo).
La sorpresa negativa è stata la passerella dei candidati sindaci intenzionati a sfrattare dal Mezzabarba il sindaco Cattaneo - che da parte sua si è ben guardato dal presenziare ad una assemblea dove sapeva a priori di non poter raccogliere voti.
Hanno detto tutti, assessore in carica Galandra compreso, ma non in rappresentanza del sindaco, quello che il pubblico voleva sentirsi dire. L'area (fluviale e soggetta a limiti) deve restare alle Amministrazioni locali e a disposizione dei cittadini. Qualsiasi cosa venga fatta avrà un carattere di pubblica utilità. Con alcuni immediati distinguo però. Beh! Qualche abitazione privata può pure starci. Se no dove si prendono i soldi?
Ottimisticamente qualcuno ha ricordato che in giro c'è una massa di denaro liquido a costo praticamente zero (penso si riferisse a tutta la cartastraccia messa in circolazione soprattutto da Stati Uniti e Giappone, che ha arricchito solo pochissimi privilegiati, e agli euro regalati alle banche).
Come questi soldi potrebbero arrivare all'Arsenale resta un mistero. Banche e privati con le tasche gonfie se investissero lo farebbero per trarne profitto. Il benessere della cittadinanza non è mai stato nei loro pensieri.
Comunque l'area al momento è ancora di proprietà demaniale e l'intenzione del ministero dell'Economia è venderla (non necessariamente al miglior offerente, ché si sa come lo Stato finisca sempre con il privilegiare i soliti noti quando si privatizza e si dismettono beni pubblici).
E in effetti l'Amministrazione comunale in carica si è portata avanti varando un piano regolatore che prevede in loco la costruzione di palazzi lungo il fiume per oltre 1700 abitanti.
Tra gli intervenuti c'è stato chi ha prospettato la possibilità di una "variante" al Pgt, chi invece ha tuonato che l'unica destinazione per il piano regolatore da poco approvato è il cesso e già si è fatto promotore di un ricorso per inammissibilità direttamente rivolto al capo dello Stato.
Sullo fondo i desiderata di questo e di quello: negli edifici ristrutturati dell'ex caserma collochiamo le scuole, il tribunale, la biblioteca, cinematografi e ristoranti, impianti sportivi e chi più ne ha ne metta.
Conti senza l'oste, considerando che tutto è in alto mare e tra gli aspiranti sindaci presenti le chance per detronizzare il telegenico sindaco uscente, il più amato d'Italia, come le ben note cucine, sono pochine.


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