21 settembre 2015 Lascia un commento
Ammetto molto rammarico e una punta di disagio nel parlare di una mostra conclusa ieri e iniziata a Giugno, perche’ fosse robaccia avrei evitato ad altri di perdere tempo ma quando si tratta di qualcosa di bello, il non aver contribuito alla buona riuscita mette addosso un po’ di dispiacere.
Si dira’ che Art Kane non ha bisogno di troppa pubblicita’ ed e’ vero.
Lo abbiamo conosciuto come fotografo di star della musica, immagini iconiche capaci di rappresentare un’epoca oltre che gli artisti ritratti. Dipendera’ dalla straordinaria fantasia di un artista che sa comunicare letteralmente con le immagini andando oltre cio’ che si vede, oltre i volti e le forme, o forse il saper manipolare le immagini con tecniche nuove quando computer e Photoshop erano oltre la fantasia dei piu’ audaci scrittori di fantascienza. Di suo ricordiamo ri celebri ritratti degli Who, Doors, Zappa e la Joplin nell’essenza della loro natura che va oltre lo showbiz, spogliando l’uomo dalle vesti dell’artista e rivelando passioni e paure ma anche gioia e genio. Kane fu colui che diede immagine al jazz di un’epoca e anzi del jazz fu un formidabile interprete. Fu un riferimento anche della moda, con pubblicita’ e servizi che tra gli anni 70 e 80, fecero il giro del mondo e che ancora oggi ricordiamo. Questo si sapeva, tutto in parte ma l’importanza della mostra alla Galleria Civica di Modena e’ concentrare una parte rappresentativa del lavoro di un artista e stordire il visitatore con la bellezza e la forza di una visione, quella di Kane, sull’arte, la politica, la moda e la pura estetica.
Non e’ inutile percio’ parlarne e ricordare un’opera che resta oltre la mostra, oltre le mode, oltre i ritratti, insomma, oltre il tempo.Al piano superiore della Galleria Civica, un’altra esposizione che poco ha a che fare con Kane ma molto col Festival della Filosofia e ad esso legato nella tre giorni dedicata all’ereditare. Espone Franco Guerzoni, modenese classe 1948 percio’ i fueros freudiani ben rappresentano il percorso artistico e umano dell’artista, siano essi cocci o capisaldi dell’evoluzione personale. Materia e immagine, tecnica mista che comprende vetro, legno, gesso, pietre e ferro, incisi, stampati e dipinti, stratificazioni di psiche e racconti. Si perche’ le opere di Guerzoni, quelle dell’ultimo periodo qui esposte, sono da vivsitare, guardare attraverso, scavare e ricercare. Vi sono passaggi che proiettano nelle tre dimensioni la bidimensionalia’ della superficie, anfratti da esplorare, come grotte buie e misteriose, vetri scheggiati di passaggi verso quello spazio che artisti come Fontana hanno ipotizzato e in quegli spazi altre immagini, altri passaggi.
Mi ha colpito e tanto. Guerzoni e’ un artista colto e d’esperienza, ha vissuto le avanguardie e le interpreta ancora oggi con eleganza e intelligenza, originale dove e’ difficile esserlo soltanto col mestiere, senza aggiungere clamori artificiali e dove in fondo se non tutto, molto e’ stato gia’ visto. Un interesse il mio accresciuto anche dalla personale passione verso quegli artisti che confondono la pittura con la scultura, il filo sottile che divide le due arti e quando il confine e’ sfumato ed indefinito, in quel punto e’ possibile trovare opere davvero sorprendenti. Ebbene se oggi lo spazialismo riesce a raccontare qualcosa, lo si deve anche a Guerzoni che spazialista non e’ ma non di meno sa evolverne il linguaggio. Ah dimenticavo: mostra organizzata e voluta da Marco Pierini, riconosciamo lo stile l’importanza. Vedremo se senza di lui si sapra’ fare meglio.
Si dira’ che Art Kane non ha bisogno di troppa pubblicita’ ed e’ vero.
Lo abbiamo conosciuto come fotografo di star della musica, immagini iconiche capaci di rappresentare un’epoca oltre che gli artisti ritratti. Dipendera’ dalla straordinaria fantasia di un artista che sa comunicare letteralmente con le immagini andando oltre cio’ che si vede, oltre i volti e le forme, o forse il saper manipolare le immagini con tecniche nuove quando computer e Photoshop erano oltre la fantasia dei piu’ audaci scrittori di fantascienza. Di suo ricordiamo ri celebri ritratti degli Who, Doors, Zappa e la Joplin nell’essenza della loro natura che va oltre lo showbiz, spogliando l’uomo dalle vesti dell’artista e rivelando passioni e paure ma anche gioia e genio. Kane fu colui che diede immagine al jazz di un’epoca e anzi del jazz fu un formidabile interprete. Fu un riferimento anche della moda, con pubblicita’ e servizi che tra gli anni 70 e 80, fecero il giro del mondo e che ancora oggi ricordiamo. Questo si sapeva, tutto in parte ma l’importanza della mostra alla Galleria Civica di Modena e’ concentrare una parte rappresentativa del lavoro di un artista e stordire il visitatore con la bellezza e la forza di una visione, quella di Kane, sull’arte, la politica, la moda e la pura estetica.
Non e’ inutile percio’ parlarne e ricordare un’opera che resta oltre la mostra, oltre le mode, oltre i ritratti, insomma, oltre il tempo.Al piano superiore della Galleria Civica, un’altra esposizione che poco ha a che fare con Kane ma molto col Festival della Filosofia e ad esso legato nella tre giorni dedicata all’ereditare. Espone Franco Guerzoni, modenese classe 1948 percio’ i fueros freudiani ben rappresentano il percorso artistico e umano dell’artista, siano essi cocci o capisaldi dell’evoluzione personale. Materia e immagine, tecnica mista che comprende vetro, legno, gesso, pietre e ferro, incisi, stampati e dipinti, stratificazioni di psiche e racconti. Si perche’ le opere di Guerzoni, quelle dell’ultimo periodo qui esposte, sono da vivsitare, guardare attraverso, scavare e ricercare. Vi sono passaggi che proiettano nelle tre dimensioni la bidimensionalia’ della superficie, anfratti da esplorare, come grotte buie e misteriose, vetri scheggiati di passaggi verso quello spazio che artisti come Fontana hanno ipotizzato e in quegli spazi altre immagini, altri passaggi.
Mi ha colpito e tanto. Guerzoni e’ un artista colto e d’esperienza, ha vissuto le avanguardie e le interpreta ancora oggi con eleganza e intelligenza, originale dove e’ difficile esserlo soltanto col mestiere, senza aggiungere clamori artificiali e dove in fondo se non tutto, molto e’ stato gia’ visto. Un interesse il mio accresciuto anche dalla personale passione verso quegli artisti che confondono la pittura con la scultura, il filo sottile che divide le due arti e quando il confine e’ sfumato ed indefinito, in quel punto e’ possibile trovare opere davvero sorprendenti. Ebbene se oggi lo spazialismo riesce a raccontare qualcosa, lo si deve anche a Guerzoni che spazialista non e’ ma non di meno sa evolverne il linguaggio. Ah dimenticavo: mostra organizzata e voluta da Marco Pierini, riconosciamo lo stile l’importanza. Vedremo se senza di lui si sapra’ fare meglio.