Magazine Cultura
Alessandro Lonzi all'operafoto presa dalla pagina FB Subsidenze
Anna Agati e Alessandro Lonzi sono due miei carissimi amici artisti di Ravenna.Credono profondamente in questa nostra città tanto da collaborare più volte assieme e creare eventi come il Ravennopoli (potete vederli qui nella terza foto).Questo evento era in occasione della Candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019, cosa che poi non è avvenuta (ricordo che la nomina è andata a Matera) ma alla fine non importa perché continuiamo a credere che Ravenna sia una città d'arte e non stiamo parlando solo di quella del passato e neppure lo si vuole rinnegare.Da parte mia si desidera continuare ad andare avanti reinventando e credo che in qualche modo sia il loro stesso pensiero.Ma a volte anche le intenzioni possono non essere capite. Soprattutto nell'arte dove ognuno si sente il diritto di farsi un'opinione.Già qualche anno fa parlai dello spettacolo della compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio intitolato Sul concetto di volto nel figlio di Dio e dell'accusa di blasfemia.Così questa mattina mi capita di andare su Facebook e vedo un articolo di Ravenna e Dintorni dove un politico ha accusato di blasfemia i murales di Alessandro Lonzi realizzati per il festival di street art Subsidenze promosso dall’Associazione Culturale Indastria in collaborazione con l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune e il patrocinio del Gaer (Associazione Giovani Artisti Emilia Romagna) (fonte: Ravenna e Dintorni)
Troviamo che la religione non debba essere strumentalizzata o provocata con simboli al limite dell'offesa, come nel caso di questi murales... Troviamo di cattivo gusto le corna sopra un Gesù disegnato con le infradito, una signora incita intenta a fare le corna. Troviamo anche di cattivo gusto la vicinanza di simboli che richiamano gli illuminati vicino alla figura S. Patrizio, ciò con il precipuo intento di alludere ad una commistione fra chiesa e poteri forti... Non si capisce la volontà dell'artista, se non quella di provocare il mondo cattolico; non si capisce nemmeno come il Comune possa autorizzare e tollerare certe rappresentazioni grafiche di dubbio gusto. Tutte le iniziative culturali per essere coerenti con il loro scopo appunto “culturale”, dovrebbero osservare dei requisiti morali, etici e di buona educazione, ma forse il Comune di Ravenna nel suo processo di modernizzazione ha perduto questi principi che stanno alla base di una società che si rispetti ed improntata su criteri di democraticità (dall'articolo di Ravenna e Dintorni)Da parte mia e di chi ben conosce questi due artisti c'è stata come una sorpresa a punto interrogativo.
Nella pagina alcuni hanno commentato citando Charlie Hebdo e Perché non un murales su Maometto? ma mi sembrano scritti solo per provocare e a vuoto.
Il punto è se l'arte deve essere consona e "democratica".
Se così fosse, sarebbe la sua morte.
L'arte non è nata per essere rinchiusa in un salottino e molti dei capolavori che possiamo vantare di avere qui in Italia e nel mondo non erano stati apprezzati all'epoca.
L'arte è un po' come l'amore perché può destabilizzare. Non serve per confermare chi siamo e rassicurarci.
La replica da parte dei due artisti si è fatta sentire subito (potete vederlo in questo video di Ravenna Webtv) e mi è piaciuto molto anche il loro modo di esporre le idee, così, semplicemente. Mi è piaciuto perché vedo molto che si vuol attaccare perché lo si crede un nemico, anzi Il Nemico mentre invece si vuole semplicemente esporre il proprio punto di vista.
In più ho saputo che tal politico, Marco Miccoli (uno degli organizzatori del festival) e Alessandro Lonzi si incontreranno e io sono davvero curiosa di sapere come andrà.
Aggiornamento: Si sono incontrati e c'è stato un vero e proprio dialogo di condivisione. Perfetto!