Che succede quando le barriere tra nazioni vengono cancellate? Diciamocelo, non abbiamo più barriere reali: il flusso di informazioni costante tra tutte le parti del globo determina che una data posizione geografica in cui vivi e ti relazioni nel mondo reale sia sempre meno importante o riconoscibile, sacrificata alla globalità. Anche i volti e i tratti tipici di una data popolazione vanno diluendosi pian piano, andando di pari passo con l’unione e la diluzione delle razze nel mondo globale, arrivando forse un giorno al completo abbattimento di ogni pregiudizio fondato sulla razza o sulla religione, una grande famiglia collegata da una fitta rete di informazione mondiale.
Parte del flusso di territorio e informazione trova luogo nelle città, reali o immaginarie. La finzione delle città si fonda sui suoi prodotti e i suoi abitanti, nella loro capacità di renderlo reale, orchestrata dal concetto di produzione/consumo. Però cosa succede quando creiamo una finzione nella finzione, vale a dire nel mondo virtuale, a cui passo dopo passo ci avviciniamo sempre più? La proposta del collettivo Xijing a Piazza San Marco a Venezia, è un dibattito che cerca di sviscerare alcuni concetti, tra i quali la costruzione della rete strategica economica, e il fatto che sia reale o meno, o che ci abbiano portato soltanto a credere che sia reale, e ancora se siamo stati portati a credere che tutto quello che ci risulti accessibile sia reale, o in fondo non lo sia. Le nozioni di verosimiglianza sono uguali sia in Occidente che in Oriente?
La mostra Xijing è organizzata dalla fondazione Bevilacqua La Masa e Arthub Asia, una fondazione senza scopi di lucro dedicata alla produzione dell’arte nel continente asiatico. Questa è la prima esposizione dedicata al collettivo di arte Xijing, un grupo di lavoro a cui partecipano gli artisti Chen Shaoxiong (Cina), Tsuyoshi Ozawa (Giappone) e Gimhongsok (Corea del Sud). La mostra espone l’universo “chisciottesco” del progetto Xijing, e come questo incontro è stato definito: un mondo di incontri, luoghi e narrative che si intrecciano, e che hanno dato vita al collettivo nel 2007.
Ma cos’è esattamente il Xijing? Esiste nella realtà? E’ una finzione? Può darsi che Xijing (che significa capitale dell’ovest) esiste dentro un asse geopolitico fittizio, in corrispondenza diretta con le città di Beijing, Nanjing e Dongjing/Tokyo. Concepito come un’esplorazione progressiva in cinque capitoli aperti, il progetto Xijing è una sorta di esercizio letterario di geografia fittizia e mappe immaginarie, nelle quali il viaggio e il percorso si esplicano in un territorio simbolico, dove le connessioni tra spazialità e identità sono il risultato di una continua produzione collettiva. Il progetto, sviluppato negli ultimi 5 anni in diversi contesti (gallerie d’arte, musei, spazi espositivi), è stato mostrato in diversi formati e mezzi comunicativi. Per maggiori informazioni sulla mostra, visita il sito web: http://arthubasia.org/archives/xi-jing-bevilacqua-la-masa-venice-announcement/
Alexa RayL’opzione migliore è affittare appartamenti a Venezia e esplorare questo mondo fittizio più vicino all’Asia. Xijing promette di farti riflettere non solo sui processi di produzione dell’arte, ma anche al modo in cui costruiscono la realtà, che risulta quasi una finzione palpabile.