Arte corpo donne

Creato il 06 settembre 2010 da Ippaso

Vanessa Beecroft è certamente una delle artiste italiane più apprezzate del momento. Non riporto biografie, accontentatevi di sapere che è ligure ed ha circa quarant’anni. Solitamente Vanessa si esprime attraverso performances… e solitamente queste consistono in modelle nude piazzate in luoghi particolari.

La sua ultima performance ha avuto luogo a Carrara. Le modelle nude posano accanto ai marmi del Battesimo di Cristo, di Mochi.

La location aggiunge ancora altra tensione all’opera, proprio per l’accostamento dei corpi al freddo marmo. I critici assicurano che assistendo alla performance si provi una sensazione di profondo disagio. La stessa Beecroft ci spiega bene il tutto:

Le modelle nude sono a testimoniare l’antico legame della figura umana con il blocco, con l’opera, solo che questa volta la figura umana e’ viva. … L’accostamento forzato tra la vita e il calore delle modelle e il freddo e l’immobilita’ della pietra mette in risalto la malinconia e il fascino della scultura.

Sicuramente è una performance molto interessante. E a quanto pare l’opera sta riscuotendo tantissimo successo. La gente fa la coda per vederla. Ed è raro che gli italiani si interessino tanto all’arte.

Ora, io sono malizioso… e non posso non chiedermi cosa attiri l’attenzione di tanta gente a Carrara. Sarà il senso di angoscia di fronte all’inaspettata assenza di contrasto tra il vivo corpo di donna e lo statico marmo, sarà (e ripeto le espressioni dei critici) il fatto che il loro mutismo e il loro totale isolamento producono lo strano effetto di far rimbalzare lo sguardo di chi guarda su sé stesso, trovandosi in una situazione di disagio, o sarà l’impressione di una invisibile barriera che le intrappoli? Cosa attira tutta questa gente? O sarà forse la vista di qualche poppa al vento?

Le performance di Vanessa Beecroft sono senza dubbio interessanti e artistiche, ma è chiaro che attirano tutto questo pubblico anche (e forse soprattutto) perché offrono la visione delle modelle nude live. E allora si tratta dell’ennesimo squallido tentativo di spacciare il nudo per arte? Come nel periodo di proliferazione di culendari artistici?

No, forse stavolta è diverso.

Se è vero quel che assicurano i critici entusiasti… chi si reca alle performance di Beecroft, può ritrovarsi davanti un nudo femminile non volgarizzato, ma presentato per quello che è. Spoglio di tutte le sovrastrutture che lo costringono da sempre a semplice oggetto del desiderio o macchina da fottere (come direbbe Bukowsky). La carica vitale emanata da un semplice corpo femminile intrappolata nella plasticità della performance è sicuramente molto suggestiva.

Forse anche il vitellone ansioso di gustarsi qualche tetta e qualche culo rimarrà colpito dalle sensazioni che si provano in questi momenti. L’angoscia che si prova davanti alla visione del sublime (alla facciazza di Kant che diceva che la donna è bella, l’uomo sublime) può catturare anche i cuori più aridi.

Mhhhhhhhhh… mi sa che sono stato troppo ottimista…



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