ALTER-NATIVITAS 2012 – L’ALTRA NATIVITÀ
Presso la sala espositiva Paladolomiti di Pinzolo
- OPERE NAVITA’ SPAZIO TADINI
- OPERE NATIVITA’ SPAZIO TADINI
- OPERE NATIVITA’ SPAZIO TADINI
- OPERE NATIVITA’ SPAZIO TADINI
- OPERE NATIVITA’ SPAZIO TADINI
- OPERE NATIVITA’ ECO DELLE DOLOMITI
- OPERE SULLA NATIVITA’ ECO DELLE DOLOMITI
- OPERE SULLA NATIVITA’ ECO DELLE DOLOMITI
- Servizio sulla mostra pubblicato sulla rivista l’Eco delle Dolomiti
- servizio sulla rivista Eco delle Dolomiti
- servizio sulla rivista Eco delle Dolomiti
- servizio sulla rivista Eco delle Dolomiti
- servizio sulla rivista Eco delle Dolomiti
- servizio sulla rivista Eco delle Dolomiti
a cura di Mariapia Ciaghi e Melina Scalise
Mostra_Nativita’_Eco dic 2012 (scarica PDF dell’articolo sull’Eco delle Dolomiti)
Manifesto (Scarica la locandina)
INAUGURAZIONE SABATO 22 DICEMBRE ORE 18.00 CON CONCERTO DEL GRUPPO 3S AMIS
E LA PARTECIPAZIONE DELLA VIOLINISTA LUCIA CABRERA
DAL 22/12/2012 AL 27/01/2013
ORARIO
dal 22 dicembre al 06 gennaio
16h -20h
12-13, 19-20, 26-27 gennaio
15h -19h
Cosa significa nascere oggi? Cosa vuol dire venire alla luce come individui nel contesto sociale contemporaneo? Quale immaginario evoca oggi un neonato o una nascita?
A queste domande abbiamo cercato di dare una risposta attraverso l’arte, invitando un gruppo di artisti contemporanei a rappresentare, il Presepe, eletto scena principe della Nascita nel nostro immaginario culturale collettivo.
A distanza di due anni dalla prima mostra sul tema, organizzata da Spazio Tadini, Natività 2010, l’argomento è stato riproposto allargando il progetto a nuovi artisti su idea di Maria Pia Ciaghi, direttrice della rivista Eco delle Dolomiti e, proposta al Paladolomiti di Pinzolo, in Trentino.
Le riflessioni sul concetto di nascita oggi sono molte, specie alla luce del radicale cambiamento del nucleo familiare. Basti pensare alla proposta della giunta di Milano di rendere possibile l’adozione alle coppie omosessuali.
Di certo, è rimasta intatta nel tempo l’iconografia sulla Nascita di Gesù, ma ben diversa può essere oggi la rappresentazione del contesto familiare e ambientale in cui viene accolto il nuovo nato nella società.
Partendo da un’analisi visiva della tradizionale rappresentazione del Presepe, si fa prima ad analizzare cosa ne rimane: il bambino. Infatti, non è più scontata la coppia, padre e madre, (anche se già nella Nascita di Gesù, Giuseppe non era padre naturale), perché oggi possiamo avere un solo genitore (inseminazione artificiale o utero in affitto), oppure una coppia omosessuale, oppure, una famiglia allargata. L’ambiente non è più la capanna/casa, ma una sala parto dove non c’è bisogno del bue e dell’asinello per scaldare. Inoltre, questi animali, non sono più necessari nemmeno all’economia domestica, al lavoro dei genitori, alla sopravvivenza delle famiglie. A questo si aggiunge il fatto che oggi possiamo programmare la nascita e alcuni aspetti genetici del nascituro, oppure, ancora, possiamo decidere di nascere nel cyberspazio: su Internet, in Second Life o altrove nella virtualità. Che dire poi dei doni e delle visite che Gesù riceve dai pastori e dai Re Magi? Se richiamiamo alla memoria il Presepe napoletano, esso è un pullulare di artigiani, contadini e commercianti a popolare “il villaggio”, ognuno impegnato a svolgere una mansione necessaria per la vita della comunità. Ma oggi dove sono i lavoratori? Dove sono quelle persone operose a cui appartiene il senso del proprio lavoro? E poi, dove sono i “potenti” che portano reverenza e “oro”, “incenso” e “mirra” ai bambini del mondo? Questi ultimi semplicemente si limitano a dare loro un codice fiscale o un debito pubblico da pagare.
L’arrivo del Natale ci riporta ogni anno a riflettere sulla figura di Gesù e sul significato che ha assunto la sua venuta al mondo come figlio di Dio, sul mistero della Nascita, ma anche a pensare a lui come semplice uomo capace però di lasciare un segno importante nella società grazie alla sua “ideologia”. Questo fatto ci dovrebbe far riflettere su come, ogni individuo al mondo, potrebbe cambiare il corso della storia con la sola forza del pensiero e la volontà di agire. Un’occasione dunque per ricordarci di quanto possa essere grande il potere del singolo individuo rispetto a quello della collettività.
Una riflessione importante in particolare in questo periodo storico dove si è accumulata nel tempo, una sorta di convinzione sull’impotenza dell’individuo rispetto ai poteri forti, identificati con le lobby internazionali di natura economica e politica.
Il Natale credo che non debba essere solo “il compleanno” di Gesù. Allontanandoci da una visione strettamente religiosa, dovrebbe essere “il compleanno” di ciascuno di noi, un richiamarci alla consapevolezza delle nostre potenzialità individuali, al mistero della vita e alla bellezza di viverla pienamente.
Questa semplice riflessione però viene costantemente offuscata dai meccanismi commerciali e dall’ipocrisia del “buonismo” Natalizio che, impone, a tutti Noi, almeno una buona azione verso il prossimo. Un’azione che si consuma con il rito del “dono” concepito sempre come un corrispettivo in danaro. E’ come se 364 azioni al giorno fossero lecite all’indifferenza o al danneggiamento del prossimo, ma almeno una, la 365sima, debba cercare di “comperarsi” almeno “la patente della bontà”.
Ad incanalarci in questo meccanismo ci aiuta la televisione, mostrando scene idilliache di pranzi Natalizi tra parenti, attorniati da candori di neve e natura incontaminata, fino all’immancabile: “Natale in casa Cupiello” di Eduardo de Filippo a cui, un giorno, spero di vedere un “alter res” “Natale in casa di ….”: non mettiamo limiti alla fantasia.
Nei secoli, la raffigurazione della Natività nell’arte, è stato un modo per seguirne anche l’evoluzione del concetto di Nascita nel tempo. Gli artisti hanno modificato, in più occasioni le relazioni tra i personaggi, hanno aggiunto o cambiato i personaggi presenti, hanno cambiato l’intensità e la direzione della luce per modificare i punti di attenzione, usato nuove simbologie, variato il contesto e il paesaggio.
Per questa ragione, ancora una volta, abbiamo interrogato gli artisti per raffigurare la scena della nascita oggi, nel 2012.
Nella mostra del 2010 gli artisti partecipanti avevano fatto emergere alcuni aspetti interessanti come l’assenza del soggetto/bambino, quasi a voler significare l’assenza dell’identità individuale e sociale, oppure, avevano collocato la nascita ancor prima della “venuta al mondo” come individuo, come embrione. Inoltre, la raffigurazione toccava vari aspetti concettuali come: la genesi, la razza, il rapporto di coppia. L’elemento naturale più evocato è stata l’acqua. Solo pochi si erano riferiti al nucleo centrale del Presepe: padre, madre e bambino.
Oggi una nuova sfida, una nuova visione tutta da scoprire attraverso la visita alla mostra di Pinzolo.
Melina Scalise
INAUGURAZIONE SABATO 22 DICEMBRE ORE 18.00 CON CONCERTO DEL GRUPPO 3S AMIS
E LA PARTECIPAZIONE DELLA VIOLINISTA LUCIA CABRERA
DAL 22/12/2012 AL 27/01/2013
ORARIO
dal 22 dicembre al 06 gennaio
16h -20h
12-13, 19-20, 26-27 gennaio
15h -19h