Rilanciamo il dibattito sull’acceso confronto artistico-culturale tra Italia e Francia pubblicando le mail arrivate dai lettori al nostro indirizzo [email protected], dopo aver pubblicato l’articolo sulla presunta superiorità dei “cugini transalpini”. Il tutto è nato da un articolo apparso su Le Monde, che, per parlare della Biennale di Lione metteva in cattiva luce quella di Venezia.
Carole ci ha scritto da un account di posta elettronica che termina in “.fr”. Deduciamo si trovi in Francia. “L’articolo in questione Biennale Venezia/Lione era anche spiritoso e sottile ma gli italiani medi non hanno sufficiente “esprit” per capirlo. Qui vale ancora quanto detto da un Italiano superiore (colto e cosmopolita) Leopardi nel suo discorso sugli italiani. Purtroppo non si parla di passaporto ma di antropologia culturale come aveva bene intuito Leopardi”.
E continua: “Per il presunto stile italico io che vivo in Italia da anni, purtroppo, non lo vedo nella stragrande maggioranza degli italiani/e che incontro ovunque (avere i vestiti abbinati , le scarpe di marca nuove fiammanti, il rolex con o senza il suv NON è avere stile o classe ) . Per fare capire cosa si intende per classe stile: un italiano di stile è Luca di Montezemolo ma, purtroppo, saranno al massimo 1000 come lui in tutta Italia dove spadroneggiano i Corona. Un ultimo appunto certi italiani chiamano “cugini” i Francesi e mai i francesi si sentono tali. Mai un francese parlerà dei cugini italiani……. Sarà che la parentela non fa tanto onore!! I tedeschi e gli inglesi i francesi li stimano ma non li amano. Di solito i Francesi (quelli che stanno in Francia e vengono una volta all’anno qualche giorno in Italia..) amano gli italiani ma non li stimano. Per quanto riguarda ai sensi di inferiorità sono certi italiani ad esserne colpiti perché gli italiani raffinati e colti che conosco adorano la Francia (mentre di solito cosiddetti nuovi ricchi (tipo quelli che ostentano di parlare inglese quando in Francia) non sopportano i modi francesi (sarà perché non ne sono all’altezza……ineducati come sono“.
Irina scrive dall’Alto Adige. E’ mezza francese e mezza italiana (anzi, pardon, altoatesina). Quando è all’estero si vergogna a dire che è italiana, non perché le manchi spirito patriottico, ma per una triste esperienza personale. “Quando ero in Francia – racconta - venivo scambiata automaticamente per “rital” (spregiativo per gli italiani) e giù con tutti gli stereotipi negativi sull’Italia e gli italiani. Non le dico quando tiravo fuori il mio passaporto francese … a ricordarmi l’emigrazione italiana in Francia e tutte le difficoltà avute dagli italiani e a considerarmi una specie di cane che parla per via della mia conoscenza del francese, in quanto secondo loro i ‘rital’ non saprebbero spiccicare una parola nella lingua di Voltaire. Arcistufa di ciò, sa cosa ho fatto? Quando cominciano coi loro sfottò, rispondo “Italiane saranno tua madre e tua sorella, io sono altoatesina”. Un po’ di storia dell’Alto Adige, la sua cucina, le sue meraviglie naturali, il fatto che il servizio è MOLTO migliore rispetto a Parigi stessa… et voilà, vedi come abbassano la cresta! Quindi, se magari sai il tedesco, dichiarati altoatesino e vedi che la smettono … provare per credere! Una delle poche cose gradevoli dei Francesi è che trovano le italiane bellissime … fa sempre piacere. Infatti mi chiedono se le “Sud-Tyroliennes” sono belle come le italiane “normali”". Se non fosse per le donne che tengono alta la nostra bandiera, il quadro è abbastanza sconsolante“.
Per fortuna ci pensa Laura a tirarci un po’ su il morale: “Bella lettera. I miei numerosi colleghi/cugini parigini sanno che con me non attacca: di arte non ne parliamo proprio, a bbelli! Possiamo discutere su vino e formaggi ma insomma, c’è posto per tutti. Dove litighiamo invece? Sui premier. Ogni volta che sono in visita a Parigi (o loro da noi) la prima cosa che ci diciamo, contemporaneamente è: eh no, stavolta vinciamo noi, il “nostro” ha detto, il nostro ha fatto … E giù a ridere. Per ora siamo quasi d’accordo sull’ex-aequo. Per dire“. Ci sarebbe da piangere invece che da ridere purtroppo, ma preferiamo prenderla così e lasciare che i cittadini (italiani e francesi) si esprimano sui premier al momento delle elezioni.
Elena invece non usa mezze misure. Ecco la sua lettera: “Confine Italia Francia (versante montano) – Montgenèvre Val Susa in Italia solo scritte MAFIA dappertutto ( molto + che no TAV) lavori in corso eterni e paesaggio desolante Mongenèvre: paese ordinatissimo con un tripudio di fiori policromi stupendi: al confine una dozzina di poliziotti che controllano chi entra ritorno in italia nessun controllo angoscia da scritte mafia in ogni dove insieme ai vari cementifici. w l’italietta grande paese“.
Si era partiti parlando d’arte e si è finiti parlando d’altro. Ma forse proprio il confronto tra Italia e Francia (o resto del mondo) ha toccato un nervo scoperto. Perché? Ci manca solo lo spirito patriottico, la fierezza di appartenere a un Paese con una gloriosa storia millenaria e un patrimonio artistico tra i più grandi e belli del mondo o è solo autolesionismo? Saremo lieti di sapere la vostra opinione.
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