Il ready-made dell’arte contemporanea oggi fa rima con ecologia, riciclaggio, sperimentazione, filiera corta. Stiamo parlando di mercati locali o arte? Entrambe le cose. Si è aperta a Udine lo scorso 31 maggio e sarà visibile ancora fino al prossimo 29 giugno presso gli spazi del Teatro Palamostre l’esposizione sostenibile Arte Kilometro Zero. Una mostra che raccoglie le creazioni di ventisette artisti del panorama culturale friulano che sviluppano il tema della sostenibilità ambientale attraverso le loro opere. Creatività e ricerca si sono coalizzate in un progetto ambizioso ed interessante che ha diversi scopi. Mettere insieme artisti e creativi di tutta la regione valorizzando il recupero di materiali di scarto come carta, cartone, legno e oggetti di ogni tipo è sicuramente il primo punto, ma c’è di più. Se in principio fu Marcel Duchamp a dare vita ad opere ricollocando in spazi artistici oggetti di uso quotidiano, oggi è l’esigenza alla sensibilizzazione verso il tema del riciclo la molla che ha portato Silvio Toso, direttore artistico del progetto voluto dall’Associazione Culturale Artekmzero e da Legambiente – Circolo di Udine, a sviluppare l’idea in qualcosa di tangibile. Arte Kilometro Zero non è una semplice esposizione ma qualcosa di più ampio che comprende non solo la mostra ma anche tanto altro.
La rassegna espositiva raccoglie diversi nomi interessanti; Alessandra Graffi che ripropone elementi in plastica e oggetti di uso comune ricollocandoli a nuova funzione, Giulio Menossi, maestro mosaicista, Bruno Aita e i suoi boschi, Luca Zaro con l’opera Trashes – Consumo quindi sono. Valorizzare in maniera totalmente gratuita artisti conosciuti e non, il territorio e soprattutto coniugare attività apparentemente lontane fra loro come l’ecologia e l’arte è quello che emerge con forza. Infatti, per tutto il mese di giugno è stato possibile partecipare a diversi eventi che hanno coinvolto spirito, pancia e mente attraverso spettacoli, performance, passeggiate enogastronomiche e laboratori a tema. Arte e territorio si coniugano per coinvolgere anche chi non mastica la lingua dell’arte. Tutti gli artisti friulani sono stati “scovati” grazie al passaparola e, a volte anche con un pizzico di casualità e fortuna, grazie a passeggiate tra le botteghe in cui lavorano.
Iniziativa coraggiosa e sicuramente interessante che ricolloca il concetto di creare arte in una visione ed esigenza molto attuale. E se nutrire la pancia è importante ed è tanto di moda oggi farlo sostenendo a gran voce la produzione locale, perché non riuscire a rendere innovativa la fame dello spirito? Sicuramente il progetto Arte Kilometro Zero ha iniziato ad adoperarsi in tal senso e speriamo che non si fermi alla prima edizione. In conclusione, malgrado una delle opere esposte riutilizzi una presa rendendo un concetto popolare in un prodotto d’arte, vi assicuro che il tutto non risulta assolutamente “una presa per il culo”!
In copertina: una parte di un’opera di Valentina Iaiza